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MINISTRI E SERVI 1 93 tazione del nemico alcuno fosse tribolato, vista la faccia sua e messogli la mano in capo, tanto si consolava che pareva che lo Spirito Santo discendesse sopra di lui. Nè mai potè avvantarsi nessuno di vederlo alterato, ma sempre con faccia allegra che .confortava ognuno, per disperato che fosse, a confidarsi in lui come di un amorevolissimo padre (III, 234). NON COME I PRINCIPI GENTILI E perchè secondo la dottrina di Cristo, umile Signor nostro, i Prelati cristiani non devono essere come i principi gentili, i quali nelle dignità se ne ingrandiscono, anzi devono tanto più abbas– sarsi, quanto sopra le loro spalle hanno maggior peso, e pensare che dove gli altri frati hanno a obbedire al loro Prelato, essi hanno a obbedire a tutti i frati, siccome dal capitolo che li elegge, è imposto loro per obbedienza, e servirli e ministrarli in ogni loro bisogno, massime negli spirituali, a esempio di Cristo, il ,quale venne per servirci. e ministrarci e porre per noi la propria vita. Però si esorta tutti i Prelati a essere ministri e servi di tutti i loro frati ; il che faranno se, secondo la dottrina del Serafico Padre, ai loro sudditi con l'esempio e dottrina ministreranno spi– rito e vita (C, ror}. IL PIÙ UMILE Matteo da Leonessa, quantunque più volte fosse guardiano, non era conosciuto, soltanto in questo che era il più umile e di– .sprezzato degli altri (III: r48). TUTTI DESIDERAVANO STAR CON LUI Era tanta l'umiltà di Raniero da Borgo S. Sepolcro e la santa , e devota conversazione, che tutti lo desideravano. Fu più volte guardiano, il quale ufficio esercitò con molto esempio e pace dei suoi sudditi ; e quantunque fosse semplice laico, tanto prudente– mente governava, che i frati universalmente tutti desideravano .star con esso lui (III, 490). ,l,a bella e santa Riforma 13
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