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r86 LA BELLA E SANTA RIFORMA Coloro che governavano, più che superiori, potevano e amavano chiamarsi padri dei loro sudditi. Erano i primi nell'osservanza e nel lavoro. Se per ufficio occupavano il primo posto, bramavano essere considerati gli ultimi della comunità. La loro condotta era la più eloquente delle prediche. Non disdegnavano i più umili lavori del convento ; i primi nel servire gli ammalati e perfino nel dar la mano . .. ai muratori. Coscienziosamente adempivano i loro doveri di santificare, correggere e visitare i loro fratelli. E la visita special– mente era per tutti un mo#vo di allegrezza e soddisfazione ; il Padre si consolava nel vedere il fervore crescente dei suoi diletti figliuoli, e questi ricevevano molto profitto spirituale nel contemplare i fulgidi esempi e nel ricevere i savi ammaestramenti lasciati dal loro amato Padre e Pastore. OGNUNO FUGGIVA GLI UFFICI E tutti i frati sempre devono desiderare di essere sudditi e obbedire ad esempio del Signor nostro Gesù Cristo e del nostro Serafico Padre, più presto che esser Prelati e ad altri comandare. Ma quelli ai quali saranno per obbedienza imposte le prelazioni, non siano pertinaci in rifiutarle, ma con ogni umiltà e sollecitu– dine, adempiano il ministero a loro commesso (C, r33). E talmente godevano della soggezione, che il maggior dispia– cere che si potesse loro fare, era dar loro qualche ufficio di sopra– stare agli altri, come cosa che non poco impediva loro la dolcezza della contemplazione (IV, r3). E per questo ognuno fuggiva gli uffizi della Religione quanto poteva, e beato si chiamava quello che non aveva a far altro che obbedir al suo superiore. E questa fu la causa che bisognò metter nelle costituzioni che quando i frati fossero eletti a qual– che offizio, non fossero pertinaci in rifiutarli (IV, r83). NON È LECITO RIFIUTAR PERTINACEMENTE E io una volta tra l'altre, domandandogli [a Giovanni Spagnolo] se fosse lecito di non accettare nella Religione offizio che gli fosse
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