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r8o LA BELLA E SANTA RIFORMA i suoi .frati totalmente sperassero nella provvidenza sua attorno alle necessità della natura e che si fuggissero i ripostimi per molto tempo, come quelli che non si confidano della sua bontà. In fede viviamo di avere a godere quelle cose che non vediamo ; così in fede dobbiamo vivere e sperare che la bontà sua ci governi e abbia di noi cura come di se stesso, e ci indirizzi alla via del cielo. E quei che si confidano di essere governati da Dio e non dagli uomini nella Religione, si fanno possessori di una gran pace, quale è molto necessaria alla contemplazione. Quindi viene che si ritrovano pochi contemplativi, perchè pochi dànno opera a mortificare se stessi. Che altro ci fa tanto trascorrere di luogo in luogo, di provincia in provincia, andar girando tutto il giorno, se non i propri appetiti? Io vi dico che nella Religione per lungo tempo ho combattuto con quattro nemici : la gola, la lussuria, per grazia di 'Dio, le ho quasi vinte ; ma della superbia, si bene in maggior parte la ho mortificata, nondimeno non mi sento cosi allegro dell'essere vi– tuperato come dell'essere Iodato, quantunque con la ragione più mi goda dei vituperi che nelle lodi. Io medesimo mi sento essere molte volte inabissato nel laberinto del mio proprio parere ; molte volte, non volendo, per il mal abito non ne sono ancora fuori. Qui sta tutto il fatto e in questo consiste la riforma interiore. Quella degli abiti e del modo di vivere esteriormente nella Re– ligione, la vi si ritrova assai bene ; ma questa interiore, che più importa, per il più non ci siamo ancora arrivati. Nelle cose spirituali ancora, per questa poca mortificazione, molte volte ci pare di tare orazione e grandemente amare Dio, che noi amiamo noi stessi, seguitando i nostri appetiti, e paren– dod di fare bella contemplazione, facciamo una bella pensata. Imperocchè, siccome chi non sa parlare francese, non può in quella lingua esprimere cosa veruna, cosi chi non ha l'amor di Dio, non può amarlo; nè meno può chi ama se stesso amare Dio, perchè sono contrari l'uno all'altro, come il fuoco e l'acqua. Chi ha più dell'amor di Dio, ha manco dell'amor proprio; all'incontro chi ha più dell'amor proprio, ha manco dell'amore di Dio. Tutte le nostre cose che noi esercitiamo nella Religione, se vogliamo che elle siano meritorie, bisogna che siano ordinate all'amor di Dio, altrimenti mancano il fine. E non poco s'ingannano la maggior parte dei nostri poveri frati, contentandosi solo di dire là Messa
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