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greggio tutto quel soprappiù che rende la statua difforme dal suo modello. Padre Ignazio riceveva ogni anno i novizi come un materiale greggio sul quale doveva, durante il noviziato, scolpire le fattezze di Cristo cro– cifisso. Dal modello divino prendeva la parola programmatica: « Chi vuol seguirmi rinneghi se stesso... » (Mat., 16,24). Ai novizi proponeva perciò l'abnegazione della propria volontà come l'elemento-misura della perfezione cristiana e religiosa; e questa abnegazione la voleva attuata concretamente nell'obbedienza pronta e cieca e nell'accettazione della disciplina monastica fin nelle più minute prescrizioni: Suo principale impegno fu sempre di assuefarli ad una obbedienza del tutto cieca e senza scuse. L'obbedienza la voleva pronta sino allo scatto e semplice sino al pargoleggia– mento; non tollerava scuse di sorta 11 • Gli aneddoti ricordati dai novizi non sono rari, né senza un elo– quente significato. I prodigi confermarono che sotto certi ordini strani del padre Ignazio si celava una saggezza tutt'altro che strana; saggezza che il Beato inculcava ai suoi discepoli con un ritornello assai frequente: « L'obbedienza fa miracoli». Tra questi miracoli il primo, anche se un po' ostico ai discepoli, molto atteso dal Maestro, era di ridurre a tacere l'orgoglio del proprio« Io », per lasciar parlare Dio. « Chi è fedele nel poco... » (Luca, 16,10) L'artista si rivela anche dai minimi tratti di pennello o di scalpello. Il nostro Beato fu un vero artista della finezza in materia ascetica. Insi– steva assai sulla :finitezza d'ogni atto: ne esigeva e ne vigilava l'osser– vanza, sia per plasmare i giovani ai lineamenti caratteristici e tradizio– nali dell'Ordine, sia per abituarli al predominio dello spirito sopra la materia, della volontà sopra l'istinto; e soprattutto per fornire ahbon– dante messe di atti di amore, che fanno vedere in tantt:; minute osser– vanze non delle piccole cose, ma una gran cosa. 78

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