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era interessata, perché il Maestro del noviziato era anche Vicario del Convento, e perché il suo arrivo era stato preceduto da commendatizie favorevolissime: ossia dalla fama di virtù, ormai riconosciuta da tutti i confratelli. Mi rallegro con lei per sì bella fortuna; lei va sotto la direzione di uno che sa e che opera da vero maestro. Io lo tengo in concetto d'un santo religioso. Così scriveva un Padre a un aspirante novizio". Anche nella città di Mondovì la notizia dell'arrivo del santo cappuccino fece presto il giro della città. Ce lo dice un giovane sacerdote che, con i suoi com– pagni studenti di retorica, sceglieva a mèta delle sue passeggiate il convento di Carassone, proprio con questo proposito: « Andiamo a vedere quel santo! ». E fu appunto la vista frequente di lui, sempre ilare, nonostante la fama di grande penitenza, che determinò il sacerdote secolare a condividere con lui la gioia della vita cappuccina divenuto così padre Ermenegildo da Villafranca Piemonte, poi Guardiano del Beato al Monte e uno dei principali testi nei processi di beatificazione•. Scuola .francescana Questo autentico figlio di san Francesco, in 14 anni di magistero tra i novizi, non ci ha lasciato scritto nessun trattato di spirito, nessuna traccia di quelle conferenze « ripiene di tali sentimenti e di tal fervore da cavarci le lagrime » •. Se non avessimo la testimonianza di molte lettere da lui scritte, saremmo tentati di giudicare che il padre Ignazio sentisse pesare troppo la penna tra le dita, per indugiarsi a mettere in carta la sua dottrina. Questo Maestro, che non volle nemmeno la patente di predicazione, era convinto che tutto il bello e il buono che gli veniva dall'animo nei colloqui con i novizi, era già stato detto, prima e meglio di lui, dal sera– fico Dottore san Bonaventura ·; e che quindi a questo Santo si doveva ricorrere, attingendo da cuore a cuore, non da carta a carta. Scuola quindi tipicamente francescana, sempre concretizzata, in ossequio alla tradizione dell'Ordine, nell'alveo dell'insegnamento bona- 74

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