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Padre Confessore Il bene che operava al Monte lo zelante Prefetto· di Sacrestia non era ancor tutto quel che avrebbe potuto fare. Il padre Guardiano riflette: « Quel fraticello, che sa così bene tener linda la chiesa e sni– dare i ragni, non potrebbe diventar assai più profìcuo alla causa di Dio ripulendo le coscienze, con lo snidare i peccati? ». Perciò un giorno, nel silenzio del refettorio, la famiglia religiosa ode scandire dal Superiore un Deo gratias! I giovani s'alzano in piedi, gli anziani tendono le orecchie. Il padre Ignazio, chiamato, è balzato in piedi, ed ascolta dal padre Guardiano la sua nuova missione. Dovrà riporre nello sgabuzzino scopa e strofìnacci e rendersi più disponibile per le confessioni dei secolari e dei religiosi della famiglia. « Sia per amor di Dio! » risponde il Beato, e da quel giorno il suo zelo trovò nuova esca, applicandosi a purificare il tempio vivente del Signore: le anime. Il lavoro non gli mancava. La fama di santità lo faceva ricercare di preferenza sia dai religiosi che dai secolari, ed egli rinunciava anche alla ricreazione pur di soddisfare tutti i penitenti che lo richiedevano. La sua scienza teologica, e la sua esperienza ascetica trovano final– mente, a contatto delle anime, la loro adeguata applicazione; anche il suo spirito trova qui, osiamo dire, la sua congeniale occupazione: padre Ignazio non sarà un padre da pulpito, ma un padre da stola; più che insegnare le grandi verità della Fede, egli amerà distribuirne i carismi, e ciò con tanta efficacia da creare, dopo alcuni anni, una corrente di anime che si riverseranno al Monte. Questo apostolato sarà studiato meglio nell'ultimo ventennio della sua vita. Ma prima l'obbedienza lo strapperà dal Monte per addossargli un ufficio ancora più delicato e diuturno. JEsll:asi a Santhià Non ci siamo ancora arrischiati di penetrare nelle profondità del- 1'anima di padre Ignazio, né di analizzare i segreti della sua unione con Dio. Le lunghe ore di preghiera che egli carpiva al sonno, l'immo- 69

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