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Il Convento poi, che al tempo del nostro Beato, contava una ot– tantina di religiosi, di cui circa 50 sacerdoti, era come l'alveare madre della Provincia monastica; unico per il numero dei frati e la moltiplicità delle loro mansioni: Curia provinciale, studentato, lanificio, infermeria. Tutta questa grande famiglia si trovava più volte al giorno riunita in coro o in chiesa, per la preghiera liturgica, che è l'occupazione princi– pale della vita religiosa; a tal :fine occorreva nella casa di Dio ordine, disciplina, pulizia. Vi provvide il Capitolo provinciale del 9 maggio 1727, che richia– mò da Chieri il padre Ignazio e lo destinò prefetto di sacrestia, affinché procurasse il decoro della chiesa e il perfetto svolgimento delle fun– zioni sacre. Prefetto di sacrestia Ritornato dunque al Monte con il nuovo incarico, padre Ignazio sentì di affezionarsi alla bella chiesa, degna reggia della Madonna. Volle che le sue premure fossero proporzionate alla devozione che essa meri– tava: doveva esser nitida come una reggia! Il prefetto aveva alle sue dipendenze alcuni aiutanti; ma il loro capo, ci riferiscono essi stessi, amava fare piuttosto che comandare, e tutti convenivano che la mano del padre Ignazio sapeva imprimere ai lavori un suo stile. Si sentiva lo spirito di fede che animava quegli umili lavori. Serviva la chiesa con grande pulizia e straordinaria attenzione 2 • Stava un giorno il nostro caposacrestia dimenando la scopa in chiesa insieme a due chierici, fra Innocenzo da Niella e fra Pietro da Chiusa, quando, fattosi avanti il padre Vicario del Convento, fece loro osservare alcune ragnatele su nella grande cupola. Il punto era sì alto e pericoloso da dare le vertigini; soltanto i tappezzieri, chiamati per le grandi feste, osavano avventurarsi con i loro attrezzi. I due chierici stavano dunque là col naso in aria a ventilar progetti quando vedono sbucare nella cupola, prima uno scopettino issato su di una lunga canna, poi padre Ignazio che strisciava sullo stretto corni– cione privo di ringhiera e di corrimano. Arrivato in direzione delle ragnatele si dié a destreggiare la canna finché non furono snidati gli 66
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