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Di famiglia a Chieri Con il Capitolo provinciale del 7 settembre 1725, vediamo arrivare nuovamente padre Ignazio a Chieri, destinatovi come semplice Sacer– dote. Pian piano, dopo un lungo oscillare, la lancetta della bussola va orientandosi al suo polo. E cioè i Superiori sentono che questo reli– gioso, tutto portato all'orazione, troverà il suo campo di apostolato tra i giovani aspiranti alla vita cappuccina; non è predicatore ufficialmente patentato, ma sa fare molto bene, con la testimonianza della sua vita, la predica francescana dell'esempio. Ecco perché egli finora va oscillando tra un Noviziato e 1' altro fino a fermarsi poi definitivamente, come Maestro, in quello di Mondovì. Egli amava seguire le pratiche penitenziali e tutti gli esercizi di pietà dei novizi. A Chieri, quindi, padre Ignazio respirava il clima del suo ambiente preferito. Specialmente era in forma quando doveva uscire alla questua del pane o delle uova. Ben lo sentiva il frate com– pagno che, camminandogli al fianco, doveva prender parte alle sue pre– ghiere, meditazioni o al suo silenzio contemplativo. Il novizio fra Innocenzo da Niella ce ne offre un quadretto vivo 11 • Appena uscito dal Convento, padre Ignazio recita con il novizio i salmi e le orazioni dell'Itinerario. Dopo i salmi esorta il giovane a cercare nel suo spirito il soggetto della meditazione: se lo fa enunciare, glielo commenta con fervore, sottovoce, per non rompere l'atmosfera di contemplazione... Ma il caseggiato dove tendono è ancor lontano, il cammino mono– tono. Allora il piccolo coro ambulante riprende, a voce più libera, la recita alterna delle ore canoniche, ritmate solo dall'acciabattare dei san– dali e dal tintinnio della corona ciondolante al fianco. Troppo abituato a guardare il cielo, il nostro cercatore non s'avvide, un giorno d'inverno, che i suoi piedi camminavano sull'orlo gelato di un fosso. Se ne accorse solo dopo uno scivolone quando si trovò disteso nel fosso a stampare sulla neve la lunghezza della sua persona. S'alzò tutto giulivo, diede una scrollatina al cappuccio e proseguì il cammino, senza trascurare, stavolta, qualche sbirciatina al fosso insidioso. Molti anni dopo, trovandosi a Chieri come Vicario in tempo di Qua– resima, era uscito, bisaccia in spalla, alla questua del pane. Era il sabato 62

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