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alla Fede di Roma le regioni del Piemonte, inquinate dall'eresia pro– testante. Dal Monte partì pure nel 1846 il padre Guglielmo Massaia, Ve– scovo di Cassia e primo Vicario Apostolico dei Galla, per la sua avven– turosa Missione in Alta Etiopia. Esiliato dal Negus Joannes, fu da Leone XIII elevato alla Porpora Cardinalizia, e invitato a scrivere le sue memorie: I miei 35 anni di Missione in Alta Etiopia. In questo secolo, nel 1914, sempre dal Monte partiva un altro grande missionario dell'Etiopia: padre Angelico da None, che meritò di essere chiamato dagli Eritrei « il secondo Massaia » 6 • Lo studente « Il 12 aprile 1723: partito da Chieri per Torino». Così padre Ignazio, nella sua noterella cronologica, ci precisa il giorno del suo ritorno tra le file dei chierici, ai quali era prescritto il corso di Teologia e Pastorale in preparazione al Sacerdozio. Il biennio di Chieri era stato dunque una parentesi, meglio un'oasi di elevazioni mistiche: teologia sublime appresa da Dio stesso nella solitudine del Noviziato. Ma questa conquista non poté esentarlo dal rinchiudersi ancora in un'aula scolastica, per applicarsi a una teologia più umana, dal volo radente, sminuzzata dalla parola di un confratello. Così il nostro Sacerdote trentasettenne si accodò ai giovani chierici per tutte le pratiche comunitarie, e in aula, gomito a gomito con essi, ritornò a puntare i pugni alle tempia per meglio fissare in testa cànoni, definizioni e principi di Teologia. A Vercelli già aveva atteso sufficientemente a questo studio per poter ricevere l'ordinazione sacerdotale. Non importa: la legge esige che ora entri anche lui nel rango dello studente cappuccino, quindi... a scuola! E con la scuola, anche i lavori propri degli studenti, anche le ricrea– zioni movimentate, le conversazioni gioconde su argomenti fantasiosi o faceti propri della mentalità giovanile; a tutto si adattava con sempli– cità padre Ignazio, esercitando all'occasione quella vena umoristica che non gli scarseggiava. 58