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Ne ebbero orrore - dice il documento - e si confermarono nella convin– zione che già avevano circa il fervoroso novizio, del grande raccoglimento della sua mente in Dio 7 • « Faccio voto... » L'anno di noviziato, passò per fra Ignazio con la rapidità di una estasi. Poi il Novizio fu proposto al giudizio della Comunità religiosa per decidere della sua ammissione ai voti perpetui. L'approvazione fu favorevole e unanime. Dopo un anno di convi– venza con un'anima così eletta, tutti i confratelli avevano potuto ammi– rare nel novizio trentenne un'autentica vocazione cappuccina, raccolta in un cuore ardente e assetato di santità. Le previsioni dei Superiori non andarono deluse; sappiamo anzi che la Comunità religiosa, ammirata di questa recluta, andò sempre confer– mandosi nella convinzione di una vita in costante ascesa sulla via della perfezione. Sono del parere che molti dei miei confratelli siano buoni religiosi, ma, trat– tandosi di attendere generosamente alla perfezione, non ne conosco altri come il padre Ignazio •. Questo giudizio del padre Guardiano del Monte sul suo suddito, ormai al tramonto della vita, rispecchia bene il sentimento unanime dei religiosi fin dai primi anni di vita cappuccina di fra Ignazio. Professò solennemente i Voti religiosi il 24 maggio 1717 nelle mani del padre Francesco da Pinerolo, Guardiano del convento di Chieri, delegato dal nuovo Superiore provinciale padre Michelangelo da Ivrea. Non ci è dato, attraverso i documenti, di poter penetrare nell'animo commosso del Novizio, coglierne le vibrazioni, scandagliarne la viva consapevolezza con cui pronunziò quelle parole decisive della sua vita: « Faccio voto e prometto.. . di osservare, per tutto il tempo della mia vita, la Regola dei Frati Minori, vivendo in obbedienza, in povertà e in castità ». Ma basta percorrere, sui suoi passi, una giornata sola della sua vita religiosa, per costatare come egli sentisse al vivo l'urgenza dei suoi 47
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