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rasca. Sono crisi o crisette che insorgono improvvise e si annunziano nel rannuvolarsi del volto giovanile, così come il passaggio dall'inverno alla primavera si caratterizza con le improvvise foschie marzoline nel– l'azzurro del cielo. Per il nostro Beato tali crisi già apparivano superate. Il suo spirito volava al disopra delle nebbie degli incipienti, in un clima stabilizzato e sereno che si rispecchiava nell'abituale sorriso del volto e nella calma soavità del tratto. Mai lo vidi melanconico, ma sempre in uno stesso tenor di vita, con animo tranquillo, gioviale come se sempre fosse stato quel genere di vita il suo solito operare; tutti ,lo riguardavano con piacere e spirituale edificazione". La sua generosità lo spingeva alle più minute osservanze claustrali, ma il suo buon senso lo immunizzava dalle oscillazioni dello scrupolo. « Oh, buon uomo (dirà poi a uno scrupoloso), di che vi prendete paura se siamo sulla buona strada! » •. - E se sarai bersagliato dalle dicerie del mondo? Fra Ignazio le aveva provate; dicerie di Santhià e di Vercelli dietro la sua repentina fuga dal secolo. Ma se n'era liberato con una crollatina di spalle e con una sentenza biblica completata, a proverbio, dalla sag– gezza popolare: « Laetari et bene facere: e lasciar cantar le passere! » ". Il suo ottimismo non era frutto di una bonarietà paciona, che sca– valca le difficoltà perché non le vede o non le sente. All'opposto, sap– piamo dai suoi confratelli che fra Ignazio era di temperamento « non fiemmatico od ottuso, ma anzi pronto e vivace assai »; le sue esplosioni però venivano tosto controllate dall'intervento d'una volontà inesora– bile, che tutto riduceva a qualche uscita arguta con cui faceva intendere assai più che non dicesse. Avremo in seguito occasione di sorprenderlo in tali battute di spirito. Unione con Dio Il lineamento che ha colpito, fin dai primi giorni, sia i compagni di noviziato che gli stessi Padri più provetti è il suo grande raccogli– mento in Dio•. 45