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fraticello. Per fortuna quella animata conversazione che già degenerava in colluttazione per parte del notaio esasperato, fu troncata dalla pre– senza di un padre Filippino. Questi, dietro un cespuglio del viale, aveva udito la conversazione dei due fratelli farsi sempre più accesa; temendo che al battibecco dovesse succedere una scenata di violenza, credette opportuno di segnalare la sua presenza con un discreto raschio di gola. Il notaio, che si credeva, sotto quel viale, lontano da sguardi indi– screti, e quindi s'era permesso frasi un po' arrischiate, sentendosi osser– vato troncò la disputa e s'avviò all'uscita. Per nulla offeso, l'umile novi– zio l'accompagnò congedandolo poi con queste parole calme e decise: « Fratello mio, vattene in pace; e lascia in pace anche me. La mia vocazione viene da Dio, e, prima che a te, io debbo obbedire a Lui ». La battaglia era vinta. L'assalto ben ordito con gli stratagemmi dell'uomo della legge, fu sventato dall'umiltà dell'uomo manovrato dallo spirito di Dio. Persino il testimone nascosto non poté che ammi– rare quella vittoria. Incontratosi infatti, pochi giorni dopo, con il padre Maestro, il Filippino volle informarsi su quel Novizio già sacerdote e parroco, venuto da poco al noviziato. - A costui, - concluse pieno di ammirazione - , non occorre più altra prova di perseveranza. Dopo quelia prova del fuoco (e rac– contò il dialogo udito sotto il viale), non temerà più le prove del noviziato. NOTE 1 Dal registro delle Professioni dei Cappuc– cini di Chieri (1700-1731). « A hore 14 ». Si tratta del computo delle ore « all'italiana », come dicevasi nel secolo XVIII. Mentre le « ore di Francia » correvano da una mezza– notte all'altra (come usiamo oggi), le « ore italiane » si computavano da un tramonto (Vespero) all'altro. Quindi ore 14 corrispon– dono per il tempo estivo, alle ore 8,30 circa. 2 S. 38: « Portava una devozione singola– rissima a S. Ignazio. Trovandosi nella città di Torino, andava a venerare S. Ignazio nella chiesa dei Santi Martiri Solutore, Avventore e Ottavio, Patroni di questa città. Per secon– dare questa devozione il padre Guardiano lo mandava a celebrare nella suddetta chiesa ». Nel suo Testamento supplica « massimamente S. Ignazio di cui porto indegnamente il no– me » ad assisterlo nel transito all'eternità. Uv. " S. 86: « Dopo l'orazione vedevasi nel volto come infocato»; S. 94: « Acceso anche in volto dall'amor di Dio che ardevagli in cuore»; S. 109: « Era si acceso in volto che sembrava un fuoco»; S. 299. 'Doc. 88. " Doc. 88. Virt. Summ. Obiection. pag. 10: « Il Notaio G. B. Belvisotti.. subito partì, as– sieme al suo suocero sig. Fisico collegiato Ca11lo Francesco Garrone, per Chieri». 6 s. 212. 41
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