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Vestizione CAPITOLO PRIMO PRIMAVERA FRANCESCANA Quando don Belvisotti varcò la soglia del Noviziato di Chieri, stava per compiere il suo 30° anno di vita. Era uomo fatto. Ma quel nuovo sito, solitario e suggestivo, a mezza costa sul colle prospiciente la città di Chieri, quel lussureggiare di primavera che lo inebriava, quella con– vivenza con giovani novizi non ancora ventenni, gli parlava di una nuova primavera nella sua vita. Egli vi si immerse con il proposito di rinnovarsi in quella giovinezza di spirito che non avesse più a tramon~ tare con gli anni . E vi riusci, ispirandosi fedelmente alla Voce che, ormai, gli cantava in cuore: « Ecco, io faccio nuove tutte le cose » (Apoc. 21,5). " La lettera commendatizia del padre Provinciale e l'aspetto stesso di quel sacerdote mite e fervoroso convinsero tosto il Maestro dei novizi, padre Placido da Gassino, che si trattava di una vocazione ecce– zionale: prezioso dono del cielo, per il quale v'era l'ordine di procedere quanto prima al rito della vestizione. Dal documento autografo del postulante stesso, apprendiamo che l'ingresso ufficiale del nostro Beato nella famiglia francescana avvenne il 24 maggio 1716 « a hore 14 » 1 • È il giorno che egli ricorderà con gratitudine per tutta la vita: giorno deJla prima trasformazione, che gli mutò l'abito talare nel povero saio cappuccino e gli mutò il nome, già tanto illustre, di Lorenzo Maurizio Belvisotti nell'ignoto fra Ignazio da Santhià. 37
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