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In fine don Belvisotti trattò pure, evidentemente, della situazione di Casanova: la nomina a Parroco, la contestazione da parte del conte Antonio Francesco Giuseppe, l'urgenza di rompere quei legami mentre la questione era ancora aperta e dibattuta davanti ai giudici. La prudenza consigliava di non temporeggiare. Allora il padre Pro– vinciale, senza esigere l'intervallo di tempo solitamente richiesto per i postulanti, gli preparò una lettera di accettazione e di presentazione per il Noviziato e, nel consegnargliela, gli stese le braccia con grande espan– sione, come a dirgli che cosi, cordialmente, da quell'istante, erano aperte per lui le porte della vita religiosa. Lascia la tua terra... ! Don Belvisotti era raggiante: aveva vinto la battaglia! Quando si ritrovò sulla piazzetta del Monte e risali in arcione per il ritorno, si sen– tiva cosi leggero che gli pareva di volare! Volò difatti a Casanova per liquidare le ultime faccende con il mondo 0 • A Vercelli dovette farsi violenza per non rivedere la casa degli Avogadro che rlo attendevano con impazienza. Per lo stesso motivo scartò pure Santhià dal suo breve viaggio di ritorno. Una visita alla tomba ancor fresca della mamma l'avrebbe pur desiderata; ma presen– tiva troppo bene la bufera che di là si sarebbe scatenata contro di lui, ed egli volle attendere ad affrontarla in altra sede e in altro tempo: quando cioè fosse già corazzato del saio francescano. Avvenne così che nel bel mese di maggio 1716, don Belvisotti arrivò finalmente a Chieri, nel convento-noviziato dei padri Cappuccini. Entrò con l'animo giubilante di chi sente ormeggiare la propria nave al porto tanto sospirato. Gli parve che i colli torinesi si fossero tutti inghirlandati per lui! La loro sinfonia di colori e profumi era l'epita– lamio della natura per il rito nuziale della sua anima, la quale pure vibrava come cetra toccata dal dito di Dio, e gioiva nel risentire quella voce, che prima lo tormentava, ripetergli con accenti nuovi: « Sorgi e vieni: chè l'inverno è andato e i fiori riappaiono nella nostra terra... » (Cant. 2,10-12). 33 4. Faro sul Monte.
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