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Ecco una seconda volta delusi i Santhiesi, ad eccezione della fami– glia Belvisotti giubilante per la nuova nomina. Elezione provvidenziale? Così certamente gli Avogadro avranno definito il loro disegno riuscito a meraviglia. Così avran ripetuto pure i parenti del Belvisotti nell'apprendere con giubilo quella promozione, e così anche avrà creduto il nostro Beato, nel sottoscrivere l'atto della sua accettazione. Contrasto provvidenziale Ma in quella piena armonia di anime non tardò a sorgere una nota dissonante. Parve una stonatura del maligno, ed invece preparò una consonanza meravigliosa quanto inattesa: consonanza non più di pro– getti umani, ma di predestinazione divina. Non erano ancora trascorsi due mesi dalla suddetta nomina, quando un altro Avogadro, Antonio Francesco Giuseppe, conte di Casanova, quale signore feudale del luogo, reclamava a sé solo il diritto di nomina e nominava di fatto don Francesco Giacinto Lanza di Ronco con atto notarile del 17 Novembre 1715. Viceversa, il vassallo Antonio Fran– cesco Saverio legittimava la nomina da sé fatta, in virtù delle transa– zioni ottenute nel 1684 e 1696. La vertenza si protrasse a lungo, e nella Curia arcivescovile si stava ancora discutendo quale dei due Parroci fosse il legittimo, quando il Belvisotti stesso, con un colpo di scena improvviso, troncò il nodo gordiano. Rinunciò spontaneamente al nuovo beneficio, dopo nove mesi dacché gli era stato conferito e accet– tato•. Così mentre in tribunale l'avvocato, ignaro, difendeva ancora i buoni diritti del parroco don Belvisotti, questi non era più né parroco, né vercellese, né Belvisotti. Nell'atto di rinuncia, il firmatario appare già con un nome nuovo: Prater Ignatius a S. Agatha: persona nuova che si muove in un'atmosfera superiote, dove non arrivano le bur– rasche della terra! Le beghe giurisdizionali sul giuspatronato della Parrocchia non lo toccano più. Movente del suo atto di rinuncia sono « cause certe che muovono il suo animo e, in particolare, il suo proposito di entrare in religione » •. 28