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Don Belvisotti non soltanto faceva progressi non ordinari in tal facoltà, ma, di più, era l'esemplare di tutti gli altri, sì nello studio che nei costumi, che ben corrispondevano a quella fisionomia angelica che gli riluceva nel volto e da cui trasparivano assai chiari vestigi della candidezza e bellezza della di lui anima '. L'espressione ci ricorda che l'angelino di Santhià, pur crescendo in età e statura, non ha mutato le incantevoli fattezze del suo volto; anzi, va sempre più irradiando la luminosità del suo animo. Purtroppo dobbiamo rinunciare a una ulteriore penetrazione nelle sorgenti di questa luminosità, durante quel lustro laborioso che corri– sponde al coronamento dei suoi studi e alle primizie della sua attività sacerdotale (1710-1716). Sorgenti profonde e da lui gelosamente celate a ogni sguardo profano. Il Belvisotti era troppo delicato di sentimenti per potersi circondare di compagni a cui comunicare il suo animo. Riferiamo, alcune testimonianze, dai Processi. Era dotato di tutte quelle virtù e prerogative che convenivano allo stato eccle- . . . s1ast1co . Riscuoteva applausi da tutta la città {di Vercelli); anzi imponeva a quanti lo avvicinavano una ben distinta venerazione, quale sacerdote esemplarissimo per i suoi illibati costumi 0 • Depongo con giuramento che, quando mi occorse di vederlo, sempre ammirai in lui (sig. don Belvisotti) una gravità, modestia e composizione esteriore così singolare ed esemplare, che già da quel punto giudicai... nascondesse un'anima tutta cara a Dio e ornata di virtù e pietà •. Forse ci è possibile sorprendere il Beato in un momento di maggior apertura d'animo, seguendolo nelle sue ore libere, quando egli si apre e si confida con una persona di sua fiducia. Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei! Così sappiamo dalla testimonianza di Giuseppe Perotti che, più tardi, servì « ben sovente » la Messa a don Belvisotti nella chiesa con– fraternita di sant'Anna: Il suo trattenimento era di portarsi dai Padri Gesuiti per passare con loro le ore libere da impegni, e specialmente con il padre Cacciamala che si era scelto per suo direttore spirituale•. 18

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