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e baciargli le mani incrociate sul petto. In questo saluto gareggiarono pure i bimbi, ambasciatori inconsci dell'omaggio della loro classe, tanto amata e beneficata da padre Ignazio. Funerali alla chetichella Quella prima giornata di trionfo per padre Ignazio era stata così drammatica, che il Superiore alla sera, ritiratosi in cella oltremodo stanco, pensò al modo di non vederne la ripetizione il giorno seguente. Difatti a mezzanotte, dopo la recita dell'ufficio in coro, un annunzio strano arrivò ai frati. Per evitare gli inconvenienti del giorno prima, la Messa esequiale, seguita dalla sepoltura, si sarebbe celebrata di buon mattino, alle ore cinque e senza alcun suono di campana! Era giorno di domenica; il popolo, ,libero dal lavoro e tutto com– mosso dall'avvenimento, poteva dedicare la giornata alle onoranze del suo grande benefattore. Nonostante l'ora insolitamente anticipata e le porte della città ancora chiuse, la chiesa dei Cappuccini fu presto riem– pita dai devoti del Borgo Po, e della collina circostante. La Messa ese– quiale poté svolgersi in pace; dopo di che la salma, rivestita di un nuovo abito - il primo era stato tutto tagliuzzato - fu portata al sepolcreto dei frati che s'apriva sul fianco sinistro della chiesa - lato est, presso la sacrestia-. Così, proprio sotto lo stanzino-confessionale che da 25 anni l'aveva imprigionato per molte ore, il padre Ignazio scendeva finalmente a riposarsi. Fu seppellito come tutti gli altri frati. La salma rivestita del saio francescano, con il crocifisso e la Regola in mano, col cappuccio in capo e i sandali nei piedi, senza cassa, veniva calata, per una botola della volta, nel sepolcreto e allineata agli altri confratelli". Quando s'aprirono le porte della città, un migliaio di persone già stava attendendo con impazienza presso la riva del Po. Sul ponte la processione, fitta come nelle più grandi solennità, si diresse tutta al Monte; s'iniziava quel mattino il pio pellegrinaggio che avrebbe portato come porta tuttora, pellegrini innumerevoli presso la tomba del padre Ignazio. 289

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