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Questo fratello infatti fungeva da superiore immediato del padre Ignazio, e non temeva d'imporre la sua autorità a colui che era stato affidato alla sua tutela. Lo aiutava a levarsi di letto, gli rassettava la stanza, gli recava i cibi che egli doveva prendere. Poi fra Severino passava a curargli una grossa piaga al piede destro, a lavargli l'occhio sinistro molto tume– ratto, lo voltava e rivoltava nel letto perché non si aggravassero le piaghe, oppure lo faceva passeggiare per riattivargli la circolazione san– gmgna. Accortosi inoltre degli stratagemmi ascetici del suo protetto passò addirittura a moderarne il fervore penitenziale: proibito mescere acqua nella minestra; proibito privarsi della frutta; proibito rinunziare al biscotto offertogli da un amico; proibito stare a capo scoperto, e così via! E l'umilissimo infermo se ne mostrava felice: aveva sempre cercato il segreto d'incontrarsi con Dio; ora Dio gli si era messo dinanzi nella persona di fra Severino '. « Padron mio » lo chiamava abitualmente il Beato, il quale, anziché sentirsi gravato da quell'obbedienza ... a getto continuo, la invocava ancora in altre circostanze. - Padre Ignazio, la desiderano in sacrestia; potrebbe andarvi? - Parlatene al padron mio. - Padre Ignazio, ecco la medicina prescritta dal medico ». - Portatela al padron mio. Fra Severino attesterà che il suo suddito « obbediva come se non gli fosse più rimasta né la propria volontà, né il proprio sentimento » ', anche quando lo zelo del nuovo padrone, ispirato un po' a suo arbitrio, pericolava di cadere nell'indiscrezione, come avvenne il 2 agosto 1770. Fosse per esercitare i piedi del paziente, o fosse per esercitarne la pa– zienza, fra Severino lo fece passeggiare per lungo tempo nel convento. Lo fece salire e scendere per le scale, nonostante i calli e le piaghe che ad ogni passo davano una :fitta di dolore. Durante questa ginnastica martoriante, fra Severino che guidava e sorreggeva l'infermo, gli domandò per celia: 270 - Padre mio, posso sapere dove ella vuole andare? E lui sorridendo: - Dove vuole il padron mio!

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