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Il futuro Beato, di cui ci occupiamo, viene così annunziato sul regi– stro parrocchiale di Santhià: L'anno 1686, Lorenzo Maurizio Belvisotti, :figlio del sig. Pier Paolo Belvi– sotti e di Maria Elisabetta, coniugi, nacque il 5 giugno, e da me Canonico Parroco fu battezzato lo stesso giorno, essendo Padrini il signor Maurizio Alciato e Maria Elisabetta, fìglia del sig. Giuseppe Quallio. Questa cristiana sollecitudine il signor Belvisotti l'ebbe anche per il battesimo degli altri figli, come consta dagli stessi Registri. Lutto precoce Erano appena trascorsi tre anni dall'ultima culla di quella felice famiglia, quando s'aprì la prima tomba: e fu per il capofamiglia Pier Paolo Belvisotti. Aveva appena varcato i quarantotto anni e già doveva lasciare alla sua vedova trentanovenne quella nidiata di bimbi•. È facile immaginare la costernazione della giovane madre quando, a sera, contemplava a mensa quelle sei bocche di orfanelli che andavano supplicando: « Dacci oggi il nostro pane quotidiano! ». L'amor ma– terno seppe moltiplicare la sua ingegnosità per non far pesare sopra quei bambini la loro precoce orfanezza. Ma il settenne Lorenzino era troppo intelligente per non avvertire che pel suo caldo nido s'era spez– zato il principale ramo sostenitore. Gli occhi pensosi e il sorridere velato di sofferenza della mamma, stamparono nel suo animo delicato quella sensibilità al dolore e quella dolcezza, che, fin dalla gioventù, lo distingueranno e saranno le compo– nenti del suo carattere mite, schivo, delicatissimo di sentimenti. Quando il futuro Maestro di noviziato si sentirà chiamare Padre dai suoi giovani discepoli, e su di essi farà traboccare la sua tenerezza da tutti ammirata, chi poteva pensare che il padre Ignazio irradiasse su di loro la dolcezza di quel nome di cui egli stesso aveva troppo presto sofferto la nostalgia? Un prete educatore La giovane madre non si perdette d'animo davanti a quel gruppetto di figlioli. Senza badare a spese, volle procurar loro una istruzione 11