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CAPITOLO PRIMO IN FAMIGLIA Santhià Oggi questa cittadina piemontese in provincia di Vercelli è un nodo ferroviario sul tragitto Torino-Milano, alle quali città è pure collegata dall'autostrada. Dista 60 km. da Torino e 19 dal capoluogo di pro– vincia, a metri 183 sul mare, nel pieno dominio della pianura, su allu– vioni terrazzate quaternarie. Sviluppatissima l'irrigazione, grazie ai canali d'Ivrea e Depretis che vi convogliano le acque della Dora Baltea: fiorenti l'agricoltura e le industrie. Conta all'incirca 6700 abitanti nel concentrico e 7400 con i sobborghi. Nelle guerre del Piemonte durante i secoli xvr e xvn ebbe a soffrire assedi e saccheggi. Rimase incolume dalla peste del 16.30, e poté offrire asilo ai rifugiati, tra cui il Senato di Torino. Deriva il suo nome dalla vergine e martire catanese sant'Agata, venerata nella splendida chiesa parrocchiale. Da codesto nome, e dalle storpiature del gergo popolano, ne è derivata l'attuale Santhià. Tre secoli or sono, era un « ragguardevole e signorile Borgo » 1 abitato da famiglie molto distinte, tra le quali compariva anche il nome dei Belvisotti. La loro dimora era a poche decine di metri a Sud-Est della chiesa collegiata, sulla via centrale del Borgo, dove oggi è gestito un negozio di cartoleria. 9
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