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le immagini e proclamarono i favori ricevuti per sua intercessione. Sette anni dopo la morte, s'iniziarono presso la Curia Arcivescovile di Torino i Processi ordinari sulla fama di santità e virtù, che si conclusero nel 1778. Quattro anni dopo, veniva introdotta presso la Congrega– zione dei Riti la causa di beatificazione, e il papa Leone XII, il 19 marzo 1827 dichiarava il venerabile padre Ignazio da Santhià, mo– dello di virtù religiose esercitate in grado eroico. Il Cappuccino del Monte Nella iconografia un po' più generosa di quella che si limita al semi– busto, il padre Ignazio si presenta orientato dall'alto del Monte dei Cappuccini verso Torino, in atto di benedire la città. Quello è il campo e anche il genere di lavoro che occupò gran parte della vita dell'umile cappuccino: lavoro modesto, silenzioso. Eppure, a conti fatti, possiamo affermare che questo minuscolo frate seppe, nella seconda metà del secolo XVIII, polarizzare la devo– zione della città di Torino attorno alla sua persona, e poi attorno alla sua tomba: dai poveri borghigiani sino ai principi di casa Savoia. « I nostri vecchi, i quali l'avevano conosciuto di persona, ne parla– vano con molto amore e con molta devozione. Ne vanno attorno imma– gini e se ne ha la vita stampata » (Luigi Cibrario, o.e., II, pag. 56-57). La causa di beatificazione fu presto sollecitata « dai religk>si e devoti sentimenti del popolo torinese» (G. Arnaud, o.e., pag. 4, n. 3). Nell'ultimo decennio del secolo XVIII già circolava la prima bio– grafia del « Venerabile Servo di Dio padre Ignazio da Santhià » ( cfr. Bibliografia). Ad essa seguirono altre quattro. Nella prima, compilata dal padre Piergrisologo da Costigliole d'Asti, nella pomposa solennità settecentesca, il padre Ignazio viene presentato a noi come il buon nonnino che edifica i suoi nipoti c::m le prodezze dei suoi tempi eroici. Poi venne la ventata napoleonica con i bollori della rivoluzione; i messaggeri della nuova fraternità bandirono i religiosi e parvero som– mergere nel silenzio il messaggio e il sepolcro di questo angelo confor– tatore di Torino settecentesca. Si apre l'Ottocento e il nonnino del Monte tacque, come ammuso– nito, perché i suoi nipoti, i Cappuccini, erano stati banditi dal loro e 2

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