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L'occhio spento del povero infermo tornò improvvisamente a ve– dere. L'altr'occhio dolorante s'avviò a perfetta guarigione. Appena arrivata la lettera del Maestro, il missionario ne osservò la data: altra meraviglia! era stata scritta dal padre Ignazio precisamente il giorno in cui l'infermo aveva avvertito il ritorno della vista. Il padre Bernardino Ignazio si disse convintissimo che si trattasse di vero miracolo. Nel 1750, venuto a Roma per affari spettanti la sua Missione, fece costatare ai suoi confratelli il dono insperato di una vista « ritornata chiara e buona come quella di un giovinotto ». Grazie a quel dono, il missionario poté continuare per 13 anni il suo lavoro apostolico, senza più soffrire negli occhi. Trasferitosi poi nel Brasile, morì in Bahia il 27 giugno 1757. Ugualmente notoria, per la repentina gravità, fu la contropartita addossatasi volontariamente dall'eroico padre Maestro.« Gli occhi suoi, da quel giorno, cominciarono a dolergli e ad orlarsi di sangue », con un gonfiore e un flusso che non gli davano tregua, tanto da far compas– sione. I confratelli di Mondovì, che videro apparire e infierire quel morbo, i medici stessi chiamati a consulto, non sapevano che dire di quel misterioso male. Gli applicarono vari rimedi, tra cui dolorosissimi bottoni di fuoco sulla nuca; gli prescrissero l'uso del tabacco da fiuto, e, finalmente, il cambiamento d'aria! Il povero martire ben sapeva la diagnosi del suo male, e se la ripe– teva, a suo conforto, pizzicando bonariamente la povera tabacchiera: « Ma insomma:· questa benedetta croce, chi se la dovrà portare? ». Perciò taceva e, in fondo, esultava per la sua nuova... vocazione missionaria. Aveva spesso desiderato di dare il sangue per la fede: il Signore, finalmente, gli aveva chiesto gli occhi. Nulla si sarebbe saputo del dono missionario del Maestro, se il padre Bernardino Ignazio, venuto a Roma, non avesse autenticato sia la grazia ricevuta, e sia la coincidenza della medesima con la lettera scritta dal padre Ignazio. Allora, confrontando le date, anche i Cappuccini piemontesi pote– rono costatare una seconda coincidenza: della misteriosa malattia del Maestro di noviziato con la prodigiosa guarigione del Missionario. E capirono così la vera causa del male che era sfuggita alla perizia dei medici 18 • 111
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