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- Padre Maestro, voglio andarmene; faccia la carità di darmi i nostri panni - (in Noviziato tutto diventa nostro; il mio deve scompa– rire insieme con l'io). E gli ripete la ragione che gli turbinava in capo. Padre Ignazio ascolta e sorride come se già tenesse in mano il toc– casana. Poi risponde: - Sapete, fra Francesco, donde viene quest'argomento? Viene dal basso! Suvvia: alzatevi e andate a prendere la benedizione del padre Guardiano per iniziare una novena a san Nicola da Tolentino. Al ter– mine della novena, andremo ambedue alla chiesa del Santo: io a cele– brare la Messa e voi a servirmela. Così avvenne. Il novizio cominciò da quel giorno a ristabilirsi in salute, e, conclude la sua relazione: « ... indi grazie a Dio, professai la santa religione cappuccina ». Ventiquattro anni dopo il Maestro ricorderà ancora in una lettera al padre Francesco da Verduno questo « miracolo dell'obbedienza pro– vato dal novizio nella propria persona » •. Il sicuro intuito del padre Ignazio, e la sua grande discrezione lo rendevano padrone di quei giovani cuori: li analizzava e li guidava a a suo piacimento. Di qui si spiega il suo sereno ottimismo nel giudi– care favorevolmente le doti dei suoi novizi, anche allorquando altri avanzavano delle riserve. Sappiamo che nell'ultimo anno del suo magistero, egli« in due occa– sioni resistette con forza e vivacità al gruppo dei fratelli laici, che si opponevano all'accettazione di due novizi. Questi furono ammessi alla Professione ed ebbero un esito felice » •. Intuizioni profetiche Si notavano nel padre Ignazio, di quando in quando, delle afferma– zioni categoriche, apparentemente sfuggite in una conversazione fami– liare, ma che, meditate, colpivano per il loro sapore profetico. I novizi sentivano allora che non era il Maestro solo a parlare. Ricordarono quelle affermazioni; e gli eventi dimostrarono che non erano state fatte a caso. 102
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