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Dalla vita del Santo il Maestro sceglieva una virtù in cui doveva esercitarsi il novizio: come l'artista che tiene sott'occhio un modello per riprodurne la copia perfetta. Un Santo non sorteggiato ma selezionato diligentemente dal Mae– stro, dopo aver sondato a fondo lo spirito dei suoi discepoli. Ed essi sentivano talmente la praticità di quei consigli, che molti mantennero, anche dopo il noviziato, un simile esercizio mensile, e ricorrevano al taccuino che ricordava loro, nel giro dell'anno di noviziato, i vari Santi protettori suggeriti dal Padre Ignazio con le relative virtù da prati- • 28 cars1 . NOTE 1 S. 140; S. 133: « Amava i suoi nov1z1 come una tenera madre». Doc. 42: P. Pacifico da Dronero. « La madre più sviscerata non poteva uguagliarlo». Doc. 28: P . Eusebio da Venar-ia R. Quando padre Ignazio tratteggia, sull'esempio di Gesù nel Vangelo, qual de– v'essere l'atteggiamento del Superiore verso i sudditi, dipinge a sua insaputa il proprio ri– tratto di Maestro dei novizi: « Ecco la scuola del Superiore: Gesù che ama i suoi apostoli e sta in mezzo a loro come la gaillina che rac– coglie i suoi pulcini e col suo calore li riscalda e Ii f.a crescere». Doc. 201 pag. 9-10. 2 S. 159. 164; S. 29 « Dopo cena poi... ci pasceva con dolce spirituale conferenza con– dita di tale unzione che ognuno ne rimaneva consolato per ogni parte». S. 133: P. Leandro da Luserna: « Si rendeva talmente affabile e benigno con tutti, che recava consolazione la sola sua presenza ». • s. 140. 159. 239. ' S. 239 e Doc. 130: P . Giusto da Ivrea. 5 s. 140. 6 s. 117. ' Doc. 28: P. Eusebio da Venaria; Doc. 42: P. Pacifico da Dronero. 8 Summ. 135; 149. S. 139; Dcc. 21: P. Del– fino da Behlino. Un atto simile, benché più facile, era disposto a compiere H buon Mae– stro con un altro suo novizio: fra Giacinto da Pinerolo. « Senonché ,accortomi di quello che voleva fare, né potendo io sopportare nel mio Maestro un atto sl umiliante, ritirai il dito purulento, impedendo cosl il suo studia– to disegno». S. 117. 9 s. 271-2. 10 Doc. 191, pag. 46-7. 11 s. 153. '" S. 235; S. 90. 219; Doc. 50. 1 • S. 112. S. 132. 168; Sum. 289. 1 • S. 164: P. Giacinto da Pinerolo. S. 335: P. Cherubino da Racconigi. '" S. 109: P. Francesco d'Acceglio. Talora la piena del suo cuore gli strappava esclama– :doni in chiesa o 1n cella, quando credevasi solo con il suo Bene. « Di notte, passando presso la sua stanza, più e più volte lo sentii parlare, come in dialogo con altra persona. E non sentendo altra voce, e ben sapendo Io zelo del padre Maestro per il silenzio rego– lare, mi fermavo alquanto per sapere se vi fosse qualche novizio in cel1a; ma non vedevo uscire nessuno, onde mi figuravo che il Padre avesse qualche apparizione». S. 49: Fra Ar– senio da Roaschia. 1 • S. 60: P. Eusebio da Venaria R. 17 Dopo la redta del Mattutino in coro, padre Ignazio, con cortesia tipicamente fran– cescana, aveva cura di lasciar .la finestra aper- 95

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