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soffrire l'importunità di una mosca... Scherzi d'amore li chiamava il Maestro; e scherzi ammessi nel noviziato, anzi ricercati con gioia dai giovani sempre sensibili ai richiami dell'amore 18 • Fra Eusebio, nella calura estiva, chiede la licenza di andare a bere un sorso d'acqua; il Maestro risponde: - Andate pure. - Poi di botto lo ferma: - Oh, ditemi prima, fra Eusebio, che Santo ricorre oggi? - (era il 10 agosto 1741). - San Lorenzo - risponde trionfalmente il giovane. - Che arsura su quella graticola! E senza un sorso d'acqua! Ora andate pure a bere! Fra Eusebio ha capito: e va ... anziché al pozzo, al sole per trovare più gioia con san Lorenzo! Rendere infinito l'amore Leggendo l'ampia documentazione dei novizi circa le norme rice– vute dal loro serafico Maestro nella francescana ars amandi, vien forse la tentazione di vedervi un pizzico di secentismo, serpeggiante ancora nelle espressioni devozionali del secolo seguente. In tal caso pare che il nostro Beato ci si faccia innanzi a rassicurarci con qualche sua sorri– dente arguzia, pressappoco così: « Santa Teresa e, prima ancora, san– t'Agostino non erano secentisti: essi per primi hanno detto queste cose, la cui giustificazione, del resto, è tutta qui: da amantem et sentit quod dico . Solo chi ama comprende! » 10 • Amava dunque il padre Ignazio ripetere spesso ai suoi discepoli più progrediti le parole di Gesù a un'anima generosa: « Io che sono infinito voglio operazioni infinite » cioè fatte con desiderio infinito. Fra Innocenzo da Niella, che ci riferisce questa frase del Maestro, soggiunge poi con tutta semplicità: « Mi insegnava ad estendere il mio desiderio all'infinito ». In che modo, di grazia? Desiderando di fare tanti atti d'amore quanti sono gli astri del cielo, i granelli di sabbia e le gocce d'acqua del mare, le foglie e i semi delle piante, e... chi più ne ha, più ne metta. Tutto ciò poi in unione con il sacrificio di Cristo sul Calvario, con tutte le Messe celebrate e che si celebreranno su tutta la terra, per 93