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Un Maestro di tanta discrezione... È stato notato che quanto più i santi sono austeri e santamente indiscreti con sé, tanto più appaiono discreti con gli altri. San Fran– cesco d'Assisi, così duro con il suo frate corpo, procurava di moderare l'ardore penitenziale dei suoi primi compagni, facendo tra loro incetta di cilizi. È l'unico caso in cui un Superiore può usare impunemente due pesi e due misure. I testimoni del fervore serafico del padre Ignazio si mostrano ammi– rati di questo contrasto. Inesorabile, intransigente con sé, discretissimo e umanissimo con gli altri. Se tra i suoi novizi sapeva presto individuare i campioni per spronarli alle vette, sapeva però ugualmente capire i deboli, i timidi, i fiacchi, per usar loro un trattamento adeguato. Di qui il meraviglioso equilibrio della sua scuola, che era un'ottima pale– stra per tutti i tipi di novizi. Lanciato personalmente, com'era noto, alle vette della perfezione, risultava, dal suo esempio, un allenatore esperto dei generosi. Non li lasciava dormire né adagiarsi sugli allori. Certi ordini strani, certe penitenze inaspettate... erano le ginna– stiche di allenamento. E si amavano, perché rivelavano la stima e spe– ranza del Maestro verso i suoi discepoli. Ecco perché afriva un rabbuffo al novizio che sta pacificamente coccolando un gatto 11 • Arriva una pub– blica penitenza a un altro che, durante l'elevazione della Messa, si netta il naso strepitosamente. Un novizio va sventolando le mani per dar la caccia alle mosche. Il Maestro con un bell'inchino lo riverisce: « Bravo, il martire della fede, che non tollera il solletico di una mosca.' ». Un altro ancora sbuffa, prendendosela con il tempo tedioso; ma si sente dire: « Così ve la prendete con Dio, padrone del tempo.' ». Ma ad ogni piaga esulcerata sa subito apporre il lenimento. Alla vigilia di Natale 1734, fra Pier Maria era incorso in qualche difetto, e il padre Maestro gli aveva fatto una « gagliarda concione ». Ma si era già ai primi Vespri di Natale e al padre Ignazio risuonavano nell'anima le antifone cantate al Re pacifico. Deve dunque rimettere in pace l'anima turbata del novizio. Ce lo attesta fra Pier Maria: « Prima di lasciarmi, mi abbracciò, esclamando: « Suvvia, è la vigilia di Natale, 88
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