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Con gli infermi È classica l'immagine della madre che veglia e s'inferma con il figlio infermo. La Regola e le Costituzioni cappuccine ricorrono a questa figura per insegnare ai frati la sollecitudine verso i confratelli infermi. Il Maestro dei Novizi le conosceva bene queste parole, ma non ave– va bisogno di una legge per far traboccare la piena del suo cuore. La sen– sibilità d'animo gli suggeriva insospettabili :finezze con i malati: si tra– sformava persino in volto. L'uomo « serioso e grave di prima », osserva un novizio, si trasformava in una madre premurosa e ansiosa di addolcir tutte le pene. Dopo la mia Professione religiosa infermai gravemente. Padre Ignazio mi visitava spesso, mi animava alla sofferenza con parole dolcissime perché condite di una sacra unzione, e così mi consolava. E quanto faceva con me vidi e udii più volte che lo praticava con tutti gli altri 0 • Voleva gli ammalati soccorsi in tutto ciò che era loro necessario, era felice di servirli lui stesso come infermiere. Scopava le celle, riassettava i letti; non sdegnava di compiere per loro anche gli uffici più abbietti, dimostrando una allegrezza e umiltà singolari, come ve– desse Gesù in persona 1 • Un giorno volle persino baciarne le piaghe. Al novizio fra Delfino da Bellino un tumore al petto aveva aperto una enorme piaga, che lo tormentava da quattro mesi. Dopo ripetute incisioni, venne dal chirurgo la sentenza definitiva: il malato non potrà guarire se non dopo una cura lunga e costosa. Tal cura è praticamente impossibile; eppure il novizio deve essere curato. Che fare? Ecco all'opera il chirurgo improv– visato: Bisturi, pinzette, abrasione, disinfezione? Tutto ciò fu sostituito dalle labbra del padre Ignazio! Lasciamo concludere al novizio stesso che subì la cura originale: Ho provato subito un miglioramento, e sono guarito sì bene, che d'allora in poi non ebbi più verun incomodo •. 86

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