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Il Maestro umile annuì allo scolaro'". Dopo la conferenza, nella quale egli aveva parlato del Provinciale, un novizio gli osserva: « Padre, non era meglio dire: Padre Provin– ciale? ». Padre Ignazio ringrazia e prega il novizio che continui ad osser– varlo e a correggerlo '". Un altro novizio, durante la conferenza, resta colpito dal tono di voce crescente e accalorato del Maestro; e gli spunta un risolino sulle labbra. L'oratore se n'accorge e domanda: - Fra Bartolomeo, che pensiero vi frulla ora per il capo, da farvi sorridere? Il novizio non vorrebbe svelarlo, ma l'obbedienza lo costringe: - Padre Maestro, mi scusi; pensavo così: Il mio padre Maestro fa la voce più grossa di quanto sia grosso lui! Gli altri novizi si guardano, poi guardano il Maestro, che chiude la parentesi con un sorridente: « Avete ragione! ». Fra Cherubino ritornava dal fare una penitenza impostagli dal Maestro, quando questi con faccia gioviale gli domandò: - Meritava forse la pena, imporvi la disciplina per una cosa sì leggera? Ebbene: fra Cherubino, avvertitemi quando volete che io ve la paghi! Il novizio accenna di sì, e un giorno di vigilia va dal padre Maestro, gli s'inginocchia davanti, e gli dice: - Padre Maestro, faccia la carità di fare la disciplina oggi con noi nOVlZl. Il che egli eseguì dicendo con aria tutta allegra: « Sì, sì! » 11 • Perdono: per che cosa?... Un giorno una lisca di pesce, grossa quanto un ago, gli si era con– fitta in gola sì profondamente, che pareva soffocarlo. Il Maestro non volle rompere il silenzio per... così poco! Ma se ne accorsero i vicini di tavola dalle lacrime e dalla saliva abbondante che gli usciva di bocca. Fu chiamato il chirurgo che, introdotta in gola al paziente una spugna, la estrasse poi con forte strappo. La lisca si spezzò con tal dolore, che padre Ignazio ebbe uno scatto nelle mani. Chi avrebbe 80
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