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parecchi abusi. Che fece il Bianchini? Per mettere riparo al male che minacciava di allargarsi formò destramente una segreta unione dei chierici più fervorosi e si diede a coltivarli in un modo speciale, affinchè col buon esempio, colla preghiera e con amorevoli esor– tazioni servissero .di richiamo agli sviati » (2). L'idea risultò efficace. Lentamente il seminario si andò riordi– nando, ritornò intatta la disciplina, l'amore e il fervore nella preghiera. E da quel tempo certamente essa non morì, ma visse una sua vita segreta, alimentata dalla parola dei direttori spirituali nelle anime più sensibili e generose. Al tempo dello scandalo berzista - 1852- 1853 - fu ancora essa che servì di fecondo lievito per reintegrare la disciplina e l'ordine, ma in questa seconda prova trovò ostacoli mag– giori. Don Tito Capretti, chè era vicerettore e testimone oculare dei fatti, non volle che la relazione del Chiarini divenisse unico testo storico e aggiunse le sue annotazioni. Togliamo da esse. « In semina– rio la disciplina venne rotta perchè considerata un vecchiume. Una volta un vicerettore cerca una ventina di chierici e li trova sul ronco del seminario, seduti socraticamente intorno al Berzi. Altra volta li attende in chiesa per la visita vespertina e, non vedendoli venire, li rinviene poi, tutte le camerate confuse, intorno al padre spirituale che parlava loro berzisticamente del Cristo. Talvolta, radunati in vari, contro la regola, a mezzanotte, nella camera ». I chierici berzisti avevano sopratutto il torto di prendere con leg– gerezza le pratiche di pietà e i sacramenti, specialmente la comunione. Richiami e correzioni non riuscivano a niente e fu appunto per la loro ostinatezza che un vicerettore riferì tutto a mons. Bertazzoli, il quale, vista la gravità della cosa, provocò l'immediato intervento del vescovo. Ma non erano soltanto la pietà e la disciplina ad essere compro– messe dalle iç.ee del Berzi. In brevissimo tempo il seminario fu così saturo del suo pensiero che i professori di filosofia e di teologia, spe– cialmente gli oppositori, non erano più nè considerati nè stimati. Soprattutto contro il Bianchini si animò la gazzarra sfrenata dei berzi– sti. Un giorno essi ebbero il coraggio di bruciare in pubblico il testo di dommatica del Billuart, che il Bianchini commentava in classe. Si rifiutarono persino di prestare attenzione alle sue spiegazioni, special– mente quando iniziò il trattato su l'Incarnazione (3). (2) CHIARINI G.; o.e., p. 81. (3) FossATI L., o.e., p. 63-64, 65. -53-

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