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PRESENTAZIONE Quando il pretino di Berzo, dal fondo della valle, guardava lassù, sullo sperone della montagna di fronte, il convento della SS Annunciata, doveva certamente sentirsi in cuore, cocente e di– vorante, il desiderio di quella solitudine, come di un lembo di Paradiso. E per raggiungere quell'angolo di cielo, che lo richiamava con tanto fascino, lasciò la vecchia mamma, vedova e sola, la– sciò il suo parroco, i suoi fedeli, la sua parrocchia natale e scom– parve. Ma il Beato Innocenzo dovette accorgersi ben presto che il Paradiso non è di quaggiù, e anche il convento con la sua pace, con la sua solitudine, con la sua ritiratezza è luogo per guada– gnarsi più che per godere il Paradiso. La vita del Beato, a volerla riassumere in chiave di dram– ma interiore, è tutta qui: una vita impegnata in ubbidienze che non riesce a compiere, malgrado tutta la sua buona volontà. Iddio che lo chiamava e lo voleva tutto per sè, predisponeva lungo il suo cammino queste difficoltà come i mezzi più atti alla sua santificazione. Giacchè un'anima attirata irresistibilmente dalla penitenza, dalla preghiera, dalla solitudine dove può trovare la croce su questa terra, se non nel non poter goder di questi beni, e doversi impegnare invece in attività cui non si sente portata e per le quali alla fine si dimostra affatto incapace? L'impegno da parte dei Superiori nel dare al nostro Beato, in considerazione delle sue virtù, incarichi di fiducia che diverran– no la sua pena e il suo tormento, incomincia presto. Non ha finito di trascorrere i suoi due primi anni di Sacer– dozio a Cevo, in Val Saviore, come Vicario Coadiutore, e già arri– vano le prime ubbidienze difficili. · E' nominato Vice Rettore al Seminario di Brescia. Una nomina indubbiamente di fiducia, ma Don Giovanni Scalvinoni, capace soltanto di nascondersi, di pregare e umiliarsi, fallirà la prova, perchè « non sapeva imporsi ai chierici ». E finito l'anno scolastico, mentre i seminaristi vanno in vacanza, il nostro Beato viene mandato, anche lui, a riposarsi al -V-

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