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sagliano, restava da raggiungere una maggior possibilità di reclu– tamento. Non erano le condizioni economiche delle famiglie o la passività dell'amministrazione che facevano scarseggiare le voca– zioni (5), bensì la propaganda anticlericale e massonica che andava scalzando e demolendo nella coscienza delle masse popolari, anche nei più remoti paesi, la fede e la pratica religiosa. Ai giorni flori– dissimi di mons. Nava, che per il numero stragrande dei suoi chierici si vide costretto ad aprire un seminario suppletorio nelle sale del suo palazzo (6), erano succeduti anni di crisi paurosa. In alcune diocesi, anche tra le maggiori come Cremona (.7), i chierici non passavano la trentina. Dalla « Statistica del clero della città e diocesi di Brescia», dal 1855 al 1865, risulta una diminuzione annua di 20-25 sacerdoti. In queste condizioni, così deficitarie e preoccupanti, si comprende lo sforzo dei vescovi per salvare i loro seminari da altri e più funesti attentati e l'appoggio fattivo a tutte quelle istituzioni che, come avvenne a Brescia per iniziativa di mons. Capretti, furono la salvezza del seminario e della diocesi (8). Quando Giovanni Scalvinoni giungeva a s. Cristo, l'idea provvi– denziale del Capretti in favore dei chierici poveri non era ancora in opera, ma c'era fervido nell'animo dei buoni qud clima che poi la favorì e incrementò meravigliosamente. Il nostro Beato ebbe subito l'aiuto di qualche pia persona che si rendeva particolarmente conto della crisi accennata e non molto dopo, per meriti scolastici e bontà di condotta, usufruì della fondazione imperiale, attiva anche sotto il nuovo governo, in favore « dei chierici poveri e di buona speranza della Valcamonica » (9). Appena raggiunto il diaconato sarà investito della cappellania Testa, in Berzo. Anche la mamma finiva presto, (5) ZERNERI GIACOMo, Mons. Pietro Capretti pioniere dell'Azione Cattolica in Brescia, Brescia 1940, p. 26. (6) CHIARINI GrusEPPE, Vita e virtù di mons. Luigi Bianchini, Brescia 1885, p. 64-65. (7) Su le condizioni dei seminari dell'alta Italia in questo periodo si possono utilmente vedere: VrsTALLI F., Mons. Guindani nei suoi tempi e nella sua storia, Bergamo 1943, ai capitoli III, V, VI, IX, XI; Mons. Pier Luigi Speranza vescovo di Bergamo dal 1854 al 1879 - Memorie e documenti, Brescia 1915: opera ricchissima di documentazione storica; FossATI L., Don Angelo Berzi - Vita e pensiero, Brescia 1943, particolarmente alla pagina 218; non che la citata opera del Chiarini. (8) Brixia Sacra, a. VI (1915), p. 30-40. Di quest'opera provvidenziale parlano le epigrafi murate o scritte in occasione ddla morte del Capretti. Vedile in Brixia Sacra, a.e., p. 64-65, Su le indebite e funeste ingerenze del governo nella direzion·e, l'insegnamento e la vita stessa dei seminari diocesani si veda il c. Mons. Pier Luigi Speranza, agli anni 1859-64. A Bergamo si ebbe la chiusura del seminario. Quelle ingerenze prepararono le infauste leggi del '68. Cf. p. 162-249. (9) AVB., c. 472, a. 1867. Il Regio Ministero di Grazia Giustizia e Culto concede che la « piazza intera» stabilita « con sovrana deliberazione» il 20.8.1820 da alcuni anni goduta dal chierico Giovanni Scalvinoni di Berzo passi a favore del chierico Omassoli di Lovere. -36-
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