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mozioni della grazia avute a Lovere, nella quiete di Berzo ritornavano alla sua mente e divenivano di giorno in giorno più vive e impel– lenti. A diciassette anni, nella piena consapevolezza del passo che sta per fare, il Beato accetta senza condizioni il ripetuto invito divino e decide di seguirlo con totalità di dedizione. Ma dove rivolgersi? Al convento dei padri Cappuccini e farsi religioso o al seminario e divenir sacerdote diocesano? La pieghevo– lezza che il Beato manifestò in questa circostanza, memre pone il germe di una grave decisione futura, conferma le nostre idee sul suo temperamento e su la sua virtù. Comunque, a toglierlo dall'incertezza angustiante che si risolse quasi d'autorità, giunse provvidenziale la sacra visita pastorale di mons. Girolamo Verzeri, vescovo diocesano. Sua Eccellenza lo vide e gli parlò e lo decise di entrare in seminario. Era il tre ottobre 1861 (1). A un quarto di secolo dalla visita pastorale del suo predecessore, questo vescovo giungeva a Berzo preceduto da una la•rga fama di auste– rità e santità. Da parecchi mesi egli si andava spostando di paese in paese nella bassa val Camonica, suscitando ovunque entusiasmo e ammirazione. A Berzo il parroco don Ceresetti aveva letto in chiesa le disposizioni che monsignore dava per l'imminente sua venuta e comunicato alla domestica gli ordini per la mensa, che per volontà del vescovo doveva essere assai pa,rca e frugale (2). La mattina del tre ottobre nella chiesa parrocchiale sfilarono davanti al Verzeri centonovantaquattro cresimandi: un buon terzo dell'intera popolazione. Nella lista compilata dal parroco il nostro Giovannino !fisulta al numero trentaquattresimo. Gli fece da padrino Gianmaria Landrini, zio per parte di papà. Quel giorno restò a lungo indimenticabile nella memoria dei berzesi e del vescovo. Ritornato in città e ripreso dalle cure della sua vasta diocesi mons. Verzeri, dòpo diversi mesi, scriveva al parroco ricordando con entusiasmo i giorni di Berzo: la bella corona .di sacerdoti scesi a lui da ogni parte della valle e la schietta pietà della popolazione gli richiamavano alla memoria i primi tempi della Chiesa. Ma quei giorni per monsignore furono indimenticabili soprattutto perchè a Berzo aveva incontrato un santo: Giovanni Scalvinoni. (1) APB., « Registl'o delle Ct'esime ». (2) APB., « Cartella delle circolari vescovili». Mons Verzeri, confermando la sua fama di austerità, disponeva, tra l'altro, il numero delle portate a pranzo ·e a cena. La cena doveva esser sempre servita con pietanze di magro. Poco e ben allungato il vino. Tutti i sacerdoti prc• senti in paese erano obbligati a prendere i loro pasti col vescovo e ad ascoltare la lettura spirituale. -34-

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