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ricordano quel suo sorriso veramente angelico, che sempre gli alitava sulle labbra e quegli occhi grandi e aperti, modesti ma franchi, umili, sereni e quel tutt'assieme, direi di austerità gentile e di riservatezza garbata e sempre rispettosa per tutti. Ecco un altJro san Luigi, dicevano i suoi compagni più buoni..., .e se mai tra loro v'era taluno che fosse men contegnoso e degno, pure davanti a quella, oso dire, angelica figura, a quel fiore di virtù forte e sincera, rimaneva come conquiso e soggiogato » (50). In collegio il confronto col santo della purezza non doveva essere difficile, poichè la devozione a s. Luigi era molto raccomandata e la vita assai conosciuta. Ne è prova il fatto che, ritornandovi dopo sette anni per gli esercizi spirituali, il Beato si sentì riproporre dal direttore spirituale il seguente programma: « Esattezza nelle pratiche di pietà. Ad ottener questo: tre gloria a san Luigi e dieci volte la giaculatoria ' Veni, Sancte Spiritus ' » (51). A s. Luigi Gonzaga, come santi protettori della sua purezza, si aggiungono presto s. Lorenzo martire, s. Stanislao Kotska e s. Gio– vanni evangelista. Ogni giorno nella sua preghiera egli invoca questi santi illibati e ardenti a sua difesa e guida. Dalla loro purezza e dal loro amore a Dio noi possiamo misurare i propositi che Giovannino aveva in questi anni. Sul loro esempio egli si imp~gna infatti a una « condotta innocente e •pura », a vivere ogni giorno come « un an– gelo », a non commettere ,mai « alcun peccato», ad essere davvero « un piccolo santo » (52). Sopportare l'eventuale sgarbatezza di un compagno è già molto, ma passare come un ragazzaccio dinanzi al professore, senza averne la minima colpa, e tacere, quasi confermando ,col suo silenzio l'ac– cusa, questa è virtù grande in un giovane sui quindici anni. Un giorno in classe un suo compagno, presi i debiti accordi con altri del suo sentimento, volendo mettere lo Scalvinoni in cattiva luce presso il professore, sferra un calcio al più vicino e poi si alza e accusa il Beato. Il professore, assorto nei problemi della sua materia, vedendo piangere il ragazzo colpito e non conoscendo l'accusato, gli (50) MARINONI L., « Vita e virtù », p. 17. (51) I, p. 9. (52) P., p. 104, 69-70: « L'opinione mia e degli altri compagni è che non facesse mai nessun peccato nè grave nè veniale: e questa non solo è mia opinione, ma convinzione. Per quel che ricordo era ossttvantissimo della disciplina collegiale ». Vedi, su questo argo– mento anche P., p. 104, 72; 105, 76, dove leggiamo: « Era disciplinatissimo, d'una pietà distinta, cosl da destare l'ammirazione di tutti e come di un santo già provetto. Il rettore Taccolini, uomo di molto sapere e virtù, lo indicò in sua assenza più volte a noi come specchio di pietà, di disciplina. e di virtù ». Deposizione di don Giovanni Occhi. -31-

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