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fino nella ricreazione estraneo a qualunque gioco, tranquillo e sor– ridente, o leggendo o conversando con alcuni con tutta calma, men– tre noi eravamo sfrenati nel gioco, per avere un'idea della sua pietà e del suo candore » (28). Negli ultimi anni egli aveva conquistato tutto il collegio. Tutti gli alunni guardavano a lui come all'esemplare della pietà, della discipina e dello studio. Il premio della bontà, che si dava ogni anno assieme al premio scolastico, toccava sempre a lui (29). Il fatto stesso che su duecento ragazzi riuniti all'istituto i testi dei processi ricor– dano, dopo oltre cinquant'anni, con tanta esatte:z;za gli esempi dello Scalvinoni, obbliga a pensare che la sua condotta era veramente ec– cezionale. E' quindi accettabile la supposizione di Margherita Sur– pi: « Credo, dice essa, che in premio della sua virtù abbia ottenuto il posto gratuito nel collegio » (30). Giovannino, palliduccio e debole, timido e schivo, era divenuto il centro dell'attenzione e del rispetto di tutti. Dove attinse egli il segreto della sua grande vittoria ? Dalla sua forza di volontà e dalla sua gentile timidezza che ammansiva, a lungo andare, anche i più ostinati? Per noi l'unica risposta è quella che davano i suoi stessi compagni: fu la sua spiccata pietà, la fermezza del carattere e la calma imperturbabile, sopratutto la sua gran devozione alla Madonna (31). 7 - La celeste Consolatrice Il tempo che Giovannino dedicava più volentieri alla Madonna era quello della ricreazione. Sembra che nei cortili egli non si tro– vasse bene e che non amasse il divertimento. Alcuni ricordano di averlo avuto compagno di gioco nel primo anno di collegio, ma presto smise del tutto e non giocò più. Don Francesco Rondini de– pone: « Ci divertivamo insieme qualche volta a palla ed io ne (28) P., p. 109, 92. (29) P., p. 106, 80: « Nella scuola era tra i più distinti e il premio della pietà l'aveva sempre lui». Deposizione di don D. Bettinelli. Scrive il Marinoni: « Chi asserì, pubblica– mente elogiandolo, che egli si accaparrò la stima e l'amore dei superiori, il rispetto e l'ammi– razione dei condiscepoli, disse il vero». Vita e virtù, p. 16. (30) P., p. 103, 66. (31) P., p. 87, 10; 88, 12; 89, 15; 94, 32; 104, 71-72; 106, 79-80; 110, 95 ccc. -26-
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