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6 - Il migliore degli alunni Questa soda virtù non poteva sfuggire a don Taccolini e al di– rettore spirituale don Celèri (23). Assieme agli altri superiori del col– legio, essi « avevano in alto concetto il giovane servo di Dio» (24), nutrivano per lui rispetto e venerazione e non si permettevano mai di trattare familiarmente con lui come facevano con tutti. Diversi suoi compagni ricordano il segno di inusitata stima del rettore. « Il santo rettore don Taccolini aveva per quel fanciullo una specie di venerazione, tenendolo come un tesoro; a lui dava del «voi», mentre a tutti gli altri dava del «tu». Ciò mi rimase molto impres~ so» (25). E come non stimare questo fanciullo che non ebbe mai << oc– casione di richiamare », osservante come era «fino allo scrupo– lo di ogni più piccola regola » (26)? « Il Celèri soleva spesso encomiare la serietà del suo contegno nel tempo dello studio, du– rante il quale non si permetteva mai neppure una parola a bassa voce, se non nel caso di qualche necessario schiarimento sui compiti da farsi. Non fu mai udito fare a carico dei superiori e degli inse– gnanti quei giudizi per lo più temerari e ingiusti, che i collegiali sogliono buttar lì anche a scandalo dei compagni; anzi francamente mostrava il suo disgusto per le avventatezze di certi imberbi sapu– telli, che mai non mancano anche negli istituti migliori » (27). Sia pure più lentamente, anche tra i suoi compagni si andò formando sul Beato un grande concetto. Eugenio Tovini riassume le sue memorie così: « Il ricordo che io ne ho è di un giovane affatto straordinario, al quale nessuno sentiva di assomigliare, nep– pure lontanamente, onde lo circondava, più che una amicizia, un senso di rispettosa venerazione, come di cosa sacra. Bisognava ve– derlo in chiesa, così fervido e così raccolto nella preghiera e poi (23) Di questo sacerdote, che per trent'anni fu vicerettore e padre spirituale e che perciò dovette avere dei contatti intimi e decisivi col B., non abbiamo purtroppo che scarsis– sime notizie. Don B. Celèri, morto nel 1878 è ricordato nei Documenti Lovercsi a p. 255 e nei P. a p. 100, 93. (24) P., p. 110, 93. (25) P., p. 104, 71. (26) P., p. 110, 93. (27) MARINONI L., « Vita e virtù 1>, p. 15. -25-
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