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lentamente trasformandosi fino all'attuale iscrizione nell'albo dei « Collegi nazionali » (3). A determinare questo passaggio influirono i moti politici del '21 e del '48, che fecero del collegio il più importante e attivo centro dell'indipendentismo nazionale in Valcamonica, ma destarono su di esso i funesti sospetti dell'Austria. Per evitare che il governo attuasse la progettata soppressione, il vescovo mons. Verzeri nel 1859 tentò di riscattarlo e farlo diocesano (4), ma non vi riuscì, poichè la rapida e fortunata azione delle armi franco-piemontesi portò al– l'applicazione della legge Martini. La nuova situazione decise il cor– po decente e dirigente a rinunciare ogni responsabilità nelle mani del Comune: in seguito - 1884 - l'istituto divenne regio. Quando nell'autunno del 1855 vi giungeva Giovannino Scal– vinoni le cose erano quete, ma lo spirito del collegio, ormai piegato a scopi educativi e scolastici, non era più quello dell'antica tradi– zione seminaristica. Vi spirava tuttavia l'atmosfera di santità creata dal Verzi, il rettore che per la sua pietà e austerità lasciò un ricordo indelebile nel cuore degli alunni e nei monumenti storici. Con la sua morte, avvenuta nel 1848, egli lasciò il posto a don Andrea Tac– colini, padre e amico del nostro Beato (5). 2 - Indirizzo pedagogico e letterario I cinque anni passati dal Beato in collegio sono decisivi per la sua formazione umana e per gli indirizzi dello spirito. Anima ver– gine e docilissima, egli si pose nelle mani dei suoi educatori con disposizioni totali e fin dal primo anno diede prova di meritarsi una direzione delicata e sapiente (6). (3) MARINONI L., Documenti Loveresi, p. 45, 63-64, 81. (4) MARINONI L., Documenti Lovcresi, p. 114. Nel mss. « Componimenti d'occasione per ingressi, messe, ccc., dello stesso autore, a p. 23, leggiamo le produzioni poetiche degli alunni, recitate al vescovo in quella occasione. Per le ripercussioni delle vicende militari sul collegio e su gli alunni sono sempre utili i Documenti Loveresi del Marinoni, Cf. p. 114, 115-24, 192-96, 247. (5) MARINONI L., tnss. c., p. 92: « Chi non ricorda la pietà, la santità, l'austerità - con se stesso soltanto però - del Verzi? Morì in concetto di santo prima dell'entusiasta Qua– rantotto». Cf. anche Documenti Loveresi, p. 78, 89, 130. (6) MARINONI L., « Vita e virtù», p. 14-15: « Venne finalmente posto in quello di Lovere, allora diretto da quell'anima colta e vigorosa di don A. Taccolini, coadiuvato dal tanto compianto don Bortolo Celèri e da altri sacerdoti che univano la scienza alla pietà. Non è a dire quanto il loro esempio influiss·e sull'animo del garzoncello, il quale si pose sulle -1'1- 2 - Beato Innocenzo
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