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mamma del servo di Dio ricordare che il suo don Giovanni fin da fanciullo e per tutta la sua prima età non ebbe altr.o amore che per le cose di chiesa e dello studio; alieno tla ogni gioco e divertimento solito ai ragazzi, fin d'allora stava tutto ritirato in casa occupato nelle cose di scuola, nel fare altarini e nell'aiutare la mamma nei vari mestieri » (15). Questa condotta fu subito osservata in paese e subito si fecero pronostici su la futura santità del piccolo Scalvinoni (16). Sappiamo quanto è facile in proposito la fantasia del popolo, ma come giudi– care diversamente l'avvenire di un bambino che se ne va tutto solo in chiesa e si immerge nella preghiera fino ad obbligare la mamma a chiamarlo per l'ora dei pasti (17)? Trovandosi a Niardo andava spesso, come dicemmo, sui monti con lo zio Francesco. Giunta la sera, dopo la breve cena, lo zio si metteva a dormire e invitava il nipote a fare altrettanto. Ma Gio– vannino voleva dire le sue preghiere e insisteva perchè anche lo zio le recitasse. Per non turbarlo ed anche per adempiere ai suoi doveri di buon cristiano, il buon uomo si arrendeva, ma presto, vinto dal sonno, si abbandonava sul saccone di paglià e dormiva, la– sciando che il ragazzo continuasse da solo. Quando, a notte inol– trata, si svegliava, Francesco trovava ancora il nipote in ginocchio, con le mani giunte, assorto nella preghiera (18). Per quanto tempo avrà pregato il nostro pie-colo santo in quelle notti silenziose? Lontano da ogni rumore e dagli occhi dei curiosi, il suo spirito trovava lassù, nella solitudine dei monti, il luogo e il clima più adatto alla nascente brama di abbandonarsi in Dio. L'esem- (15) P., p. 92-93, 27. Questa ed altre consimili dichiarazioni, relative alla infanzia del B., non devono per nulla sorprendere. A soli venticinque giorni dalla sua morte i più rag– guardevoli abitanti di Niardo si raccoglievano nella casa parrocchiale per le prime deposizioni giurate. I singoli testimoni fecero le loro dichiarazoni e le firmarono. Il documento porta il sigillo della Parrocchia e del Comune. Dal lungo foglio risulta chiaramente che la grazia divina prevenne in G. S. l'uso stesso della ragione e che la mamma. trovò sempre in lui la più larga corrispondenza alla sua opera educativa. AP., c. 34, b. 6. (1 6) Valga per tutte la deposizione di Marta Bersi, che abitava assai vicina alla casa del B.: « Ho sempre sentito dire da tutti in paese che Giovanni Scalvinoni fin da fanciullo si mostrò tutto di Dio per la pietà e un angelo in carne per i costumi: nessuna leggerezza puerile, nessuno di quei .tanti difetti che facilmente anche nei buoni fanciulli si trovano )>, P., p. 95, 35. Cfr. anche 93, 27; 94, 33; 95, 35; 95, 36; 100, 49; 102, 59 ecc. (17) P., p. 102, 63 ; 108-09, 90. (18) P., 109, 90 dove leggiamo: « Recatosi sul monte presso un suo zio materno, quando questi erasi coricato, lo esortava a pregare ed il fanciullo procedeva e la durava cosl a lungo che lo zio finalmente si addormentava. Svegliandosi poi durante la notte trovava ancora il nipote inginocchiato a pregare». -10-

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