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tato alla tomba la sua povera mamma, faceva le prime paurose com– parse anche nella sua persona: le gambe si gonfiarono e lentamente si formarono tre grandi ulcerazioni che colavano secrezione di odore acre e disgustoso. Dalla piaga situata sotto il ginocchio uscì un se– questro in forma di scheggia. Negli anni 1924-26, per consiglio dei medici curanti, Giacomina fece le cure termali di Salsomaggiore, ma non ebbe alcun vantaggio. Nel 1925 all'eczema si aggiunse l'infezione che provocò una febbre altissima e la tumefazione di un braccio, seguita da larga e profonda ulcerazione al gomito. Il chirurgo dott. Gheza, a Darfo, amputò il braccio cancrenoso e a un primo senso di benessere seguirono dei gravi disturbi generali, come cefalee, vomiti, dolori viscerali, infine il gonfiore, la tumefazione e l'ulcerazione alla gamba destra. La poveretta soffriva dolori incredibili. La sorella Adele, fin che potè l'assistette con carità e premura, ma poi dovette lasciarla sola. Abbandonata dai medici e dai familiari Giacomina ricorse a p. Inno– cenzo pregandolo con la fede suggerita dal suo caso disperato e dalla terribile sofferenza. E non si perdette d'animo quando, alla fine della novena, dovette constatare che non aveva ottenuto proprio niente. Ne incominciò subito una seconda e con sua grande sorpresa si sentÌ migliorare sensibilmente. Il terzo giorno Giacomina, che nessuno da più anni vedeva per le vie del paese, girava di casa in casa a raccontare il miracolo a tutti, perfettamente guarita. Le paurose piaghe si erano del tutto cicatrizzate, sembravano rose fresche. I medici di Esine, di Darfo e di Breno, che avevano seguito con interesse e pena il decorso della malattia e più volte si erano pro– nunciati su l'impossibilità di una guarigione, vollero sottoporre la graziata a controlli rigorosi, ma non trovarono più niente dell'antico male. Tutti dovettero riconoscere il fatto come meraviglioso, tanto che si dichiararono disposti a deporre davanti ai tribunali ecclesia-. stici (11). 4 - Introduzione e svolgimento della Causa Un giorno all'Annunciata p. Carlo da s. Martino Olear:o, che per parecchi anni fu insegnante assieme al Beato, parlando di p. Innocenzo appena morto disse: « Io che l'ho conosciuto molto bene (li) APG., c. Ven. Innocenzo da Berzo. - 258 -
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