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due confermata come disperata la guarigione se non si ricorreva 'al– l'amputazione, decise di rivolgersi a p. Innocenzo. Sentì all'istante regriferio al suo dolore, tanto che sorretto dalla moglie potè recarsi subito in pellegrinaggio alla tomba del servo di Dio. Da quel momen– to camminò senza grucce e conseguì in seguito la guarigione com– pleta. L'esimio dottore di Esine confessa che per lui questa guari– gione ha del sorprendente » (9). « Mi sembrerebbe ingratitudine se avessi a tacere una grazia con– cessa a mia madre per l'intercessione del servo di Dio p. Innocenzo da Berzo. Il fatto avvenne parecchi anni fa, ma per un complesso di circostanze indipendenti da me mi sono decisa solo ora a segnalarlo. Fin dall'età di trentacinque anni mia madre, Raffaella Bal– ducci, era afflitta da un male che le procurava un martirio nascosto terribile. Nessun medico la potè guarire, nè osò tentare una opera– zione. Mia madre era rassegnata a portare questa croce fino alla morte. A settantotto anni, alle sofferenze quotidiane si erano aggiunti accessi di dolori così atroci che l'assalivano a brevi intervalli nella parte malata, da non sapere come calmarla. La vita le era diventata insopportabile. Combinazione volle che capitasse fra le mie mani il giornaletto che parlava delle grazie del p. Innocenzo. Lo passai alla mamma mia, che concepì una fede vivissima nel servo di Dio, si raccomandò caldamente alla di lui intercessione, volle vicino al suo letto il gior– naletto che ne portava l'immagine. Da quel giorno tutto sèomparve: la malattia che per quarantatre anni le cagionò sofferenze e gli ac- · cessi di dolore spasmodico che le si erano aggiunti. Ora mia madre ha ottantasei a1ini e sta meglio di una giovane. Tanto espongo per la maggior gloria di Dio che si compiacque favorirci e consolarci per mezzo del suo eletto» (10). Nel 1937 il postulatore generale dell'Ordine raccoglieva infor– mazioni e deposizioni giurate su la guarigione improvvisa di Gia– comina Bonettini, pronipote del Beato. Nel 1906, a ventitre anni, la signorina si ammalò di pleurite e dovette restare a letto per ben quattro mesi. Ristabilita in salute riprese il suo lavoro presso un coto– nificio, ma presto si riammalò. La tubercolosi ossea, che aveva por- (9) P. Innocenzo da Berzo Infe,·iore, settembre 1928, p. 2. (1O) P. Innocenzo da Berzo Inferiore, settembre 1935, p. 4: relazione della signora Giuseppina Calò vedova Mangelli. - 257- 17 - Beato Innocenzo
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