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 messa per il fervore, dirò meglio, vero assorbimento in Dio e lo sforzo che fece per eseguire le sacre cerimonie delle genuflessioni in quel suo stato faticosissime» (33). Fra Pasquale, conoscendo le abitudini di p. Innocenzo, lo assi– steva fino alla devazione e poi si dava alle sue faccende. Il Beato rimaneva « molto tempo come rapito in estasi», deliziandosi a suo agio con Gesù. Furono quelle le sue celebrazioni più desiderate e più dolci (34). Non potendo servirgli la messa, gli studenti chiesero e ottennero di potervi almeno assistere qualche volta per devozione. Vederlo al– l'altare, specialmente dopo la consacrazione, era per tutti la più splen– dida predica su la presenza reale di Gesù. Immobile nella persona, col volto rigato di lacrime e gli occhi fissi alle sacre Speci o al cro– cifisso, il Beato rapiva ognuno nella sua intensa devozione e nessuno più avvertiva le ore che passavano (35). L'ordine di non celebrare gli riusd penosissimo. Ottenne la comunione quotidiana e il permesso di fare alcune visite in chiesa. Doveva essere ben stremato di forze se il superiore gli tolse ben presto anche le brevi soste davanti al Sacramento. Qualche volta però gli concedeva di scendere dal letto e di recarsi in chiesa, ma gli contava i minuti e p. Innocenzo, sempre obbedientissimo, non usciva neppure minimamente dai termini fissati. Un giorno « incon– trandosi col p. Epifanio da Saronno, allora guardiano, il servo di Dio si inginocchiò e gli chiese la licenza di fare una visita al ss. Sacra– mento, benchè fosse molto ammalato. Il p. guardiano, penso per esperimentare la sua virtù, rispose•con non troppa gentilezza, dan– dogli bensì la licenza bramata, ma a condizione che non vi spen– desse più di cinque minuti. Intanto ad alcuni religiosi che erano pre– senti il p. guardiano disse: Andiamo a vedere se p; Innocenzo è veramente obbediente. Con nostra meraviglia p. Innocenzo, dopo soli cinque minuti, usciva dal coretto lasciando bagnata la terra di lacrime e dopo d'aver ringraziato il p. guardiano, si ritirò in cella. Lui partito il p. guardiano disse a noi: Vedete la pronta obbedienza? Quello è un vero santo » (36). (33) P., p. 472, 37-40. (34) P., p. 473, 42; 481, 75. (35) P., p. 486, 91. (36) P., p. 474, 46. P. Giustino da Brusio, che fu studente mentre il B. era professo di voti semplici e passò diverso tempo con lui, ci racconta: « Andando una volta in mon– tagna al passeggio con lui, tutto ad un tratto mi disse: Fra Giustino, lassù v'è il nostro Padre. Credendo io intend·esse alludere a suo padre che io forse non sapevo morto già da - 245 -
        
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