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immolazione se non quando giunse alla porta del convento la car– rozza che lo trasportò all'infermeria di Bergamo. La vettura che lo conduceva a morire fu per lui la liberazione. Meglio a letto, in infermeria, andava pensando mentre saliva in carrozza, investito dalle raffiche di nevischio, meglio soffrire e morire che star su la cattedra del coro a dettar norme di vita spirituale a confratelli santi, lui così poco santo e cosf peccatore. A Bergamo più nessuno sarebbe venuto a chiedergli direttive ascetiche. Là avrebbe fi– nalmente potuto, come aveva sempre desiderato, rinchiudersi in se stesso, raccogliersi col suo Dio, amarlo perdutamente, in attesa del supremo incontro. Ora i frati lo mettevano in un angolo, come un vero « rifiuto dell'Ordine». Fortunati i confratelli di Bergamo , che non subiranno la pena di ascoltarlo, come era avvenuto a quelli di Milano e di Albino. Coloro che lo videro giungere all'infermeria lo giudicarono subito un uomo finito. << Quando lo vidi la prima volta al convento di Ber– gamo, dove il caro padre era appena giunto, lo trovai in chiesa in orazione. Era cadente in modo tale che doveva sorreggersi ai muri. Come mi vide, venne a me che ero ancora studente, per baciarmi i · piedi e dicendo: Pregate per me, che sono un povero peccatore » (25). Portato in infermeria gli fu assegnata la terza stanza del corridoio, presso la cappella. Condotti dal loro direttore, p. Arsenio, gli studenti gli furono subito attorno. Tutti si lamentavano che per causa della malattia non potesse tenere anche a loro gli esercizi spirituali. In compenso gli chiedevano un'esortazione alla virtù e la sua benedizione. Il Beato li interruppe subito, facendo loro osservare che dovevano invece esser– ne contenti: egli non avrebbe fatto altro che annoiarli e infastidirli. « Raccoltosi poi in se stesso, li esortò all'amore di Gesù e di Maria e raccomandò che pregassero per lui, affinchè potesse morire be– ne » (26). Diceva a tutti i frati che si preparava alla morte (27). Questa previsione della prossima fine si fa sempre più chiara e certa col progredire del male. A coloro che si recavano da lui per la confessione, ripeteva spesso: « Badate che ho ancora poco tempo da farvi tribulare >>. Espressioni consimili, così contradditorie con quello che diceva (25) P., p. 483, 80. (26) P., p. 480, 71. Cfr. p. 439, 25: deposizione dì p. Davide da Desenzano. (27) P., p. 480, 71. - 241 - 16 - Beato Innocenzo
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