BCCCAP00000000000000000000771

A Milano p. Innocenzo lasciò un profondo e indimenticabile ricordo. Non conferenze dotte, non meditazioni profonde, ma il senso della vera pietà, della virtù e della santità, più che dalle sue parole spiranti dal suo esempio inimitabile. « Quel corso di esercizi spirituali fu per me e per tutti i con– fratelli indimenticabile, dice il p. Stefano da Sesto s. Giovanni. Era– vamo circa una trentina di religiosi, tra i quali alcuni provetti e di molta dottrina, come il più volte nominato p. Carlo, il p. Cipriano provinciale e altri, e tutti rimanemmo altamente edificati non solo delle prediche che ci tenne, per se stesse, perchè ordinate abbastanza e nutrite di dottrina, ma più ancora e assai più per la sua umiltà, per la sacra unzione della sua parola, per l'esempio di santità, con cui accompagnava il suo dire. Ricordo sempre che dopo l'ultima predica lo vedemmo, con nostra grande sorpresa, innanzi all'udi– torio inginocchiato a chiederci perdono, se mai in alcuna cosa avesse mancato. Fu una commozione che fece piangere » (16 b). Ad Albino incominciò il nuovo corso la sera del quindici, ma disfatto com'era, non potè tenere che due prediche giornaliere e al quarto giorno dovette sospendere, abbattuto dal male che lo porterà alla tomba. Già a Milano infatti egli aveva dato evidenti segni di sfinimento nello sforzo compiuto predicando (17). Nei giorni dician– nove e venti celebrò con l'assistente, dal vent'uno al ventiquattro non potè celebrare. E' certamente in uno di questi giorni che egli viene trasportato a Bergamo (18). Si pensava che ad Albino, dove la comunità religiosa era assai meno impegnativa per il predicatore, lo sgomento del suo spirito si andasse risolvendo in fiducia e in serenità. Invece coloro che l'udi– rono attestano che « i sensi della sua abbiezione e incapacità erano ripetuti fino a rendersi stucchevole all'uditorio, ma considerandone la sincerità profonda, finivano per diventare la predica più eloquen– te» (19). « Parlava con tanto ardore ed unzione, aggiunge mons. Car– rara, che davvero commoveva. L'introduzione ai discorsi era tutto un tessuto di atti di profondissima umiltà. Egli si diceva indegno non che di parlare, ma nemmeno di baciare i piedi ai propri confratelli; si dichiarava il peccatore più scellerato che fosse mai esistito e conclu- (16 b) P., p. 196, 77. (17) P. V. BONARI, o.f.m. cap., o.e., p. 534-35. (18) Le notizie su questo viaggio del B. sono controllabili sul diario da lui stesso trac– ciato nei rnss. Cfr. I, p. 210. (19) P., p. 439, 25. - 238 -

RkJQdWJsaXNoZXIy NDA3MTIz