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più grande che c'era in convento. La mattina dopo, per tempissimo, eccolo alla porta col gran recipiente colmo del fatte delle sue mucche (4). Il signor Amedeo Castelletti racconta che sua figlia, ammalata gravemente da oltre sei mesi e ormai spedita da tutti i medici, alla benedizione del Beato riacquistò subito l'udito perduto, entrò in con– valescenza e in breve tempo guari'. (5). Un giorno venne « condotta al convento una giovane sposa tutta paralizzata e quasi ridotta a uno scheletro: a stento balbettava qualche parola». « Seduta sopra una poltrona, fu portata in èhiesa, dal fratello e dal cognato, imploranti la benedizione del p. Innocenzo, il quale, per l'obbedienza avuta in generale di prestarsi a queste opere di carità, le diede la benedizione e fece sopra la poveretta varie preghiere. Al momento non riportò beneficio alcuno: fu riportata in portineria e p. Innocenzo disse a me: Domandi al p. guardiano se permette di portarle una zuppettina, perchè deve essere estenuata. Io eseguii l'ordine e quando venne servita la zuppa l'inferma non voleva pren– derla. P. Innocenzo insistette finchè diè retta, mettendole egli stesso il cucchiaio in bocca: all'istante si sentì rinvigorire le forze, mangiò con gusto la zuppa e poi con meraviglia di tutti, svelta come un pesce, saltò sul carro pienamente guarita» (6). Quando non potevano recarsi personalmente fino all'Annunciata, coloro che desideravano la sua benedizione ricorrevano a lui per let– tera. Nonostante la cura che egli ebbe di distruggere queste testimo– nianze della fiducia popolare nella sua preghiera, alcune sono rimaste fra le sue carte. Riportiamo la seguente: « Reverendo Padre Innocenzo, perdonate se con questa mia interrompo per poco la beata vostra ::iuiete. La mia figlia Caterina, che, come sapete, trovasi nel convento di Arluno per prepararsi a subire l'esame di maestra, mi scrisse che, attesa l'età inoltrata e la sua limitata capacità, trova molta difficoltà nell'apprendere le molteplici materie che le vengono insegnate. Essa ha una illimitata fiducia nelle vostre preghiere: a mezzo mio vi prega a voler aggiungere alle vostre preghiere anche un'Ave Maria ogni giorno per lei, perché la Madonna le ottenga la grazia di apprendere (4) P., p. 456, 5. La deposizione è di fra Ferdinando da Valtesse, confermata da p. Dionisio da Fara d'Adda. Cfr. in Animadversiones p. 12, dove si attinge dal processo ordi– nario in folio, f. 379. Cfr. pure P., p. 461, 18. (5) P., p. 461, 17. (6) P., p. 457, 6. - 233 -

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