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anche dai paesi più lontani e sembrava che in convento non vi fosse che p. Innocenzo capace di dare benedizioni (2). Negli ultimi anni durante i giorni festivi il numero dei pelle– grini diventò una vera processione e « poichè l'affluenza disturbava la regolarità della vita di convento, dal p. guardiano fu proibito a p. Innocenzo che accogliesse persone in date ore ». Sostavano alla porta, aspettavano con pazienza su la piazzetta o sul prato, pronti a scendere in chiesa quando il Beato era libero per loro. Vestito di cotta e stola, gli occhi sempre fissi a terra, confuso nella sua umiltà, il Beato alzava su ciascuno la sua mano e benediceva. E' incalcolabile il bene che faceva. La sua esortazione alla vita cristiana assumeva allora nell'anima dei fedeli una risonanza prodigiosa: era il santo che parlava, il santo al quale erano ricorsi con fede cieca: l'ascolta– vano attentissimi, imprimendosi ogni parola nella memoria e non dimenticandola più. Quello che diceva diveniva per tutti una legge assoluta (3). Le grazie non mancavano davvero. Una dopo l'altra, in linea ininterrotta, umili e silenziose anch'esse come il frate che benediceva, le grazie arrivavano quasi senza che gli stessi interessati le avvertis– sero, ma a volte erano improvvise, visibili a tutti e sfolgoranti quasi in luce di miracolo. Un giorno si presenta alla porta del convento un mandriano di Dezzo di Scalve. Un suo braccio, dalla mano al gomito, era una sola piaga paurosa. Il povero uomo si doleva non tanto per il dolore della cancrena quanto perchè, così ammalato, non poteva lavorare: e a casa c'erano ben sette bambini che piangevano e avevano fame. La sposa un giorno, tra le donne del paesetto, raccolse la notizia che all'Annunciata, assieme al loro p. Eusebio, c'era un frate che faceva tante grazie: ne parlò al marito e lo persuase di andare a chie– dere la sua benedizione. P. Innocenzo, che temeva sempre per la sua umiltà, quel giorno tentò di esimersi più del solito, ma un ordine del superiore lo fece scendere in chiesa. E quel braccio, che non fu visto soltanto dal fratello portinaio, facile narratore di casi meravigliosi, ma anche da p. Dionisio da Fara e da parecchi altri, con la benedizione del Beato ritornava istantaneamente a perfetta sanità. Il pover'uomo, felicissimo, non sapendo cosa fare per ringraziare il Signore e i frati, chiese il secchio (2) P., p. 256, 2. (3) P., p. 455,2. Cfr. in genere il cap. De donis supernaturalibus, p. 455 ss. - 232 -
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