BCCCAP00000000000000000000771

vita di fede e di amore, il tessuto degli atti interni di dolore e di desiderio che si susseguono senza posa (25), sono la preparazione remota. La prossima invece si snoda cosf: « Al primo svegliarvi correr col pensiero a Gesù Cristo che aspettate nelle vostre mani. Invocare la Vergine e s. Giuseppe che trattarono Gesù con tanta purità e il vostro angelo custode che nelle vostre mani adorerà sì profondamente il divin Redentore. Vicino a celebrare, pensate alla purezza del Dio che viene in voi e alla vostra immondezza, per eccitarvi ad umiltà e contrizione perfetta » (26). Su la purezza di coscienza, necessaria alla celebrazione della messa, il Beato raccolse nei diari dei brani significativi, attingendo soprattutto alle lettere di s. Francesco e alla nota opera del p. Chaignon. « Sentite, fratelli miei, leggeva nella Lettera decima del serafico Padre, se, come pur si deve fare, si rispetta la Beata Ver– gine Maria perché ha portato Cristo nel suo santissimo utero; se il beato Giovanni Battista tremò e non osava toccare il capo del Si– gnore; se il sepolcro dove per alcun poco si giacque è tanto venerato: quanto mai deve esser santo e giusto e degno il sacerdote, il quale tratta, e col cuore e con la bocca riceve e da' agli altri a ricevere Cristo, non più soggetto alle leggi di morte, ma divenuto immortale per sempre e glorificato, in cui desiderano gli angeli di fissare i loro sguardi? Guardate, fratelli sacerdoti, la vostra dignità, e siate santi, perché è Santo colui che trattate » (27). Quando, prima della messa, esaminava la sua coscienza nella luce di queste pagine, egli era preso da preoccupazioni atroci e non osava accostarsi all'altare se prima non si era confessato. Le angosce di coscienza però esistevano in lui soltanto prima delle celebrazioni. Come il Beato era all'altare, tutto, come d'incanto, spariva e la sua anima entrava nel più confidente contatto col mistero (28). « Nel celebrare pareva un angelo, dicono i testimoni. Dopo l'elevazione si perdeva con Gesù e riusciva perciò lungo». « Io gli ho servito qualche volta la messa, dice p. Anselmo da Orio-Littà: (25) I, p. 50. (26) I, p. 35; Preparazione prossima. (27) I, p. 35: S. Messa: severità del conto; 50: Messa; 69: Detti del S.P.S. Francesco, Lettera X. (28) P., p. 135, 58; 228, 93. -- 223 -

RkJQdWJsaXNoZXIy NDA3MTIz