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nici, davand al tabernacolo « avrebbe passato tutta la sua vita. Per avere occasione di stare in chiesa di più, implorò la licenza di spol– verare le panche e specialmente le predelle dell'altare» (17). Quando scendeva la sera o c'erano delle giornate bige, egli era felicissimo di poter coprire la sua pietà col pretesto dello studio e del– la povertà. In cella, diceva, non ho luce sufficiente. Prendeva allora un libro qualsiasi, scendeva in chiesa, si metteva accanto alla piccola lampada e incominciava a studiare. Ma per quanto tempo avrà segui– to la lettura (18)? Fu osservato che durante la ricreazione preferiva aggirarsi vicino alla chiesa. Giunse persino a disporre il letto in modo che, entrandovi, gli fosse consentita la posizione abituale stando rivolto al tabernacolo (19). Durante la notte il desiderio di stare davanti a Lui, silenzioso amico adorante, lo spingeva ad alzarsi ed a recarsi in chiesa, ma i frati se ne accorsero, ne parlarono tra loro e la cosa giunse agli orec– chi del p. guardiano che intervenne esortando: « P. Innocenzo, vi raccomando di non stare in chiesa così a lungo durante la notte». Il Beato ne rimase sgomento, chinò . il capo e pensò che così voleva Gesù. Ma tra gli scaffali della biblioteca c'è un uscio che mette sul pulpito: spingendo, senza entrare in chiesa, si può vedere il taberna– colo: fu una scoperta felice. Egli non entrerà in chiesa e non salirà sul pulpito, ma se starà in biblioteca, guarderà il chiarore mobile e bizzaro della fiammella e adorerà il suo Signore. « Quante volte, dice fra Ferdinando, io l'ho sorpreso starsene, anche di notte, rac– colto e rapito innanzi al tabernacolo, dimentico del riposo necessario al suo povero corpo; e quando gli fu raccomandato di non entrare in chiesa la notte, obbedì ma seppe compensare la privazione col portar- . si di notte al pulpito, d'onde poteva continuare la sua devozione ver– so Gesù sacramentato » (20). Anche i fedeli avevano avvertito questa sua ardente devozione. Dovunque si recava, bastava osservare come genufletteva e adorava il Sacramento per capire che per lui il tabernacolo era tutto. Quando lo vedevano entrare in chiesa per farvi le sue ordinarie visite, soleva– no dire: « Dio sa quanto tempo ci starà». Quando, ancora a Berzo come curato, alcune persone si presentavano alla casa per chiedere dì (17) P., p. 223, 72. Cfr. p. 246, 172. (18) P., ivi. (19) P., p. 233, 115. Cfr. P. GREGORIO DA BRENO, o. c., p. 83. (20) P., p. 225, 80. - 221-

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