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A confermarsi nel vantaggio spirituale di queste disposizioni del- 1'anima all'inizio della preghiera abbiamo nei diari del Beato una vera messe di sentenze. Ecco un brano di s. Teresa d'Avila, la grande maestra dell'orazione. << La vostra orazione deve essere umile, fer– vente, rassegnata, accompagnata dalla perseveranza e da una profon– dissima riverenza, considerando che state alla presenza di Dio. L'ora– zione è lo spirito della religione: essa però non deve mai servir di pretesto a veruna dispensa, perchè tutti gli esercizi della religione e dell'obbedienza fatti alla presenza di Dio sono altrettante orazioni. Frutto dell'orazione è la mortificazione. Tutte le vostre preghiere devono essere condizionate, non chiedendo mai a Dio altro che la sua amabilissima volontà» (24). Tra le norme che egli s'impone per pregare come vogliono i suoi santi sono importanti quelle relative all'uso del tempo e al silenzio. Nel 1886, sfogliando gli Analecta Ordinis, egli si incontra con questo tratto del serafico Padre: « Chi usa bene del tempo e non si abban– dona mai all'ozio e alla curiosità, in breve diventa ricco di tutte le virtù. Poichè dal buon uso del tempo procedono il raccoglimento, l'orazione, la pietà e lo studio e i nostri vizi si fanno tacere con mag– giore facilità. Il buon uso del tempo riempie il cielo di santi e l'ozio l'inferno di dannati» (25). Ancora dagli scritti di s. Francesco ricava le seguenti: « Regole del silenzio: 1. - Evitare le occasioni di dissipazione. 2. - Parlare soltanto quanto richiede la necessità o l'utilità, con poche parole e a voce bassa. 3. - Pensare a quello che si deve dire, secondo che richiedono le per– sone, il luogo e il tempo » (26). Anche queste norme, che a ciascuno di noi sembrerebbero più capaci di togliere che di dare libertà e spontaneità alla preghiera, amorosamente osservate divennero presto per il Beato il segreto di un'alta disciplina interiore. Esse recingevano la sua anima, difenden– dola contro la tentazione della realtà esteriore, premunendola contro (24) I, p. 68: Orazione, n. 29-32. (25) I, p. 51: Fragmenta seraphica: Usus temporis. (26) I, ivi: Silcntium. Cfr. p. 53, n. 15 e 17; 71: Silenzio ecc. « Fra gli esercizi della religione stimava assai il silenzio, onde diceva spesso: "Non poter mai gustar le cose del cielo quell'anima religiosa che non gusta il dolce silenzio. Vivrà ella molto afflitta, çerchè dal non raffrenar la lingua deriva che si commettano molti mali " ». Da s. Maria Maddalena de' Pazzi. I, p. 66. -209- 14 - Beato lnnocenzo
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