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3 - La sua tecnica per ben pregare Ogni santo ha la sua personale e inconfondibile maniera di pre– gare. L'orazione caratterizza la loro vita. Noi non sapremmo dire se anche p. Innocenzo ebbe una sua particolare forma di orazione, ma deducendo dalle fonti possiamo affermare che mentre nei diari oscilla fra le più diverse esigenze ed esperienze dell'anima orante, dai pra– cessi appare senz'altro un'anima contemplativa, rapita fuor di sè. Togliendo da s. Margherita Maria egli, disponendosi a pregare, assume questo atteggiamento: «Mi fo innanzi a Lui come un'amma– lata sfinita davanti al suo medico onnipotente, senza il quale non posso trovare nè riposo nè conforto alcuno. Mi pongo ai suoi piedi come vittima vivente che altro non desidera che di essere immolata, per consumarsi come un olocausto nelle fiamme purissime dell'amor suo» (20). Con queste disposizioni di totale abbandono egli entrava nel- 1' orazione, dimentico affatto di sè e delle cose della terra. Tutto ciò che non è Dio non lo interessava, non lo vedeva, non lo sentiva: era, tutto questo, una «inezia» per lui come per il suo serafico Padre (21). I primi atti, dopo l'abbandono totale di sè, erano di umiltà e di adorazione. Era · Gesù stesso che gli insegnava questo modo: « Mi comandò di prostrarmi ai suoi piedi con intimo senti– mento del mio nulla e di chiedergli perdono delle mie colpe. Adorata poi la divina Maestà, gli offriva quella mia preghiera» (22). Ai ver– tici della preghiera i santi, a distanza di secoli e di indirizzi spirituali, si incontrano sempre. Chi non ricorda la formula di s. Francesco, ripetuta così spesso da p. Innocenzo: « Dio mio, chi sei tu e chi sono io»? Davanti al Signore gli atteggiamenti dello spirito umano si fanno semplici ed unici: annichilimento, stupore, adorazione (23). Anche la preghiera del nostro Beato aveva dunque questi tre mo– menti essenziali: profondissimo annichilimento di se stesso davanti alla maestà divina, stupore estatico nella contemplazione delle sue ineffabili meraviglie, adorazione tutta silenzio e assorbimento. (20) I, p. 46: Preparazione all'orazione. (21) I, p. 73: « Quando nel tempo dell'orazione l'uomo favella al gran Re dee vergo• gnarsi di andar vagando dietro alle inezie ». (22) I, p. 39: Modo di fare orazione. (23) P., p. 448, 64: « Si vedeva dal suo tremito innanzi all'altare che provava alla lettera il sentimento di s. Francesco: Chi siete Voi? Chi sono io »? -208 -

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