BCCCAP00000000000000000000771
liberamente anche con gesti e parole ad alta voce il suo amore al Signore. Chi potè assistere a questi spettacoli dice di aver veduto come un volto umano possa trasfigurarsi in volto di angeli adoranti ed estatici (15). · Per poter pregare egli aveva tutta una serie di industrie nel sottrarsi alla ricreazione in convento o alla conversazione coi sacerdoti quando era nelle par.rocchie (16). Dopo diverse ore dalla cena un sacerdote recandosi alla sua camera osserva che nella stanza di p. Inno– cenzo c'è ancora acceso il lume. Temendo che si sentisse male spinge l'uscio e lo vede inginocchiato per terra, curvo senza appoggio, immo– bile come una statua, rivolto verso l'altare del Sacramento (17). Quando pregava non avvertiva nulla di quello che avveniva attorno a lui. Un giorno don Ceresetti lo dovette scuotere più volte nella chiesa dell'Annunciata per fargli capire che lo aspettava in confes– sionale (18). Soltanto l'obbedienza poteva impedirgli di abbandonarsi in questo modo alla preghiera. Il confessore e il guardiano gli fissavano il tempo fino al minuto e p. Innocenzo, che per obbedire era disposto a lasciare anche l'adorazione, si sforzava di non immergersi troppo per non impedirsi di avvertire il suono dell'orologio (19). Come scoc– cavano le ore designate egli lasciava l'altare e, retrocedendo senza mai voltare le spalle al Santissimo, si ritirava nella sua cella. (15) P., p. 276, 31: « L'osservai una volta che stava nel giardino dei nov1z1 e non credendosi osservato da nessuno effondeva liberamente il suo cuore a Dio. Fu per me uno spettacolo indimenticabile, per cui io penso verificato in p. Innocenzo il detto di s. Paolo: "C,onversatio nostra in coelis est"». Cfr. anche p. 237, 135 dove si legge: « La preghiera era la sua vita », (16) P., p. 237, 135. (17) P., p. 243, 159: « Preso un pochino di cibo, tosto si ritirava nella sua stanza o in chiesa a pregare. Una volta prima di coricarmi osservai che nella stanza assegnata al p. Innocenzo ·era ancora acceso il lume dopo più ore dalla cena. Temendo si sentisse male e non osando chiamarlo, spiai dalla toppa e con mia grande meraviglia vidi che stava in– ginocchiato per terra e inclinato senza appoggio alcuno, immobile come una statua, rivolto mi pare verso la chiesa ». Deposizione di Elisabetta Lascioli, che lo osservò a lungo nelle frequenti soste del B. in casa del fratello don Agostino. (18) P., p. 227, 90. Il teste si trovava allora nella nostra chiesa dell'Annunciata, ma fatti del genere gli capitarono anche nella sua parrocchiale di Pian Bor:io. Ivi. (19) P., p. 295, 115: « Trovandomi a Salò con p. Tommaso che fu confessore di p. Innocenzo, ebbe a dirmi che per frenare i fervori del servo di Dio si ridusse a prescri– vergli la misura precisa dell'orazione, perchè per la sola obbedienza il servo di Dio poteva lasciar l'orazione e recarsi a riposo ». Deposizione di p. Angelico da Vico di Fassa. Vien da pensare che « la misura precisa dell'orazione» qui accennata sia l'ultimo « orario », già più volte citato. Cfr. I, p. 211. Su questo spirito de, B. è significativa la narrazione di p. Gregorio da Breno in Vera Gloria, p. 41-45, la storicità della quale lasciamo all'autore. -207-
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy NDA3MTIz