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2 - Era divenuto preghiera vivente « La mortificazione senza l'orazione è un corpo senza l'anima e l'orazione senza la mortificazione è un'anima senza il corpo. Come il giglio tra le spine, così l'orazione meglio si conserva e si nutrisce fra le mortificazioni. Bisogna vivere in questo mondo come se aves– simo lo spirito in cielo ed il corpo in una tomba » (7). Nell'impegno quotidiano di attuare queste raccomandazioni egli non staccava mai il pensiero da Dio. « Tra p. Innocenzo e Dio, dicono i suoi contemporanei, si era formata tale unione che era più difficile per lui distaccarne il pensiero di quello che non sia per altri il racco– gliervelo » (8). Il p. Fedele da Brivio, che lo osservò a lungo nei diversi anni della sua convivenza col Beato nel convento dell'Annunciata, ci potè la– sciare questa particolareggiata e persuasiva testimonianza: « Era pronto ed assiduo al coro e vi stava profondamente raccolto, anzi si può dire che tutto il suo tempo lo spendeva in coro e in chiesa, cercando di nascondersi in qualche angolo e, più che poteva, accanto all'altare, sempre intento a pregare, senza mai appoggiarsi e immobile davanti al suo Gesù. La sua preghiera si può dire che era continua e in cella e a passeggio e nella ricreazione stessa le sue labbra si vedevano sem– pre muoversi in modo di preghiera, e dai movimenti stessi della sua testa, or sollevata al cielo, or abbassata ·a terra, si comprendeva che il suo spirito era tutto in Dio. Anche andando per le strade da solo era nè più nè meno tutto concentrato nella preghiera » (8 b). Ogni momento della giornata, ogni azione anche ordinaria e comune aveva la sua preghiera di offerta e le giaculatorie si intreccia– vano una su l'altra in nodi interminabili. Il regolamento che abbiamo riportato altrove basta da solo a darci l'idea della sua giornata di orazione, ma quello che vi è scritto non è tutto quello che egli faceva. Dai suoi santi egli era andato spigolando pratiche industriose per santificare ogni momento. Eccone alcune. « Al mattino alzandosi. Diceva Gesù Cristo a s. Matilde: Ciascuno levandosi la mattina sospiri a me con tutto il cuore e domandi che (7) I, p. 29, n. 81. (8) P. GREGORIO DA BRENO, o.e., p. 83. (8 b) P., p. 176-77, 20. - 205

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